Franco Bechis, ItaliaOggi 8/10/2008, pagina 1, 8 ottobre 2008
ItaliaOggi, mercoledì 8 ottobre Una battuta, ma non solo. Al termine del vertice di ieri dell’Ecofin in cui l’Europa ha provato a darsi una sveglia trovando un piccolo punto in comune (la garanzia pubblica su una quota di depositi bancari, diversa però in ogni paese), il ministro dell’Economia italiano, Giulio Tremonti, ha descritto la sua banca ideale, dove i risparmi possono stare al sicuro: «Una banca che non ha il computer, non ha il bancomat e dove non si parla inglese, con un sistema cartaceo, fisico, primitivo»
ItaliaOggi, mercoledì 8 ottobre Una battuta, ma non solo. Al termine del vertice di ieri dell’Ecofin in cui l’Europa ha provato a darsi una sveglia trovando un piccolo punto in comune (la garanzia pubblica su una quota di depositi bancari, diversa però in ogni paese), il ministro dell’Economia italiano, Giulio Tremonti, ha descritto la sua banca ideale, dove i risparmi possono stare al sicuro: «Una banca che non ha il computer, non ha il bancomat e dove non si parla inglese, con un sistema cartaceo, fisico, primitivo». Una banca che non esiste. Una cassa rurale italiana di qualche decennio fa. Ma la dice lunga su quello che sta accadendo nel mondo. Secondo il Fondo monetario internazionale le perdite di questa crisi supereranno i 1.500 miliardi di dollari... I mercati azionari ancora ieri sono stati in altalena, accumulando nuove perdite sia pure assai più contenute di quelle del lunedì nero. Continueranno così per settimane se non per mesi, anche secondo il rapporto diffuso ieri dal Fondo monetario internazionale. I governi e le autorità centrali con più o meno timidezza stanno cercando interventi ora di emergenza, ora soprattutto psicologici per arginare almeno il dilagare del panico fra i piccoli risparmiatori. A questo serve il piano del presidente americano George W. Bush da poco approvato dal congresso con qualche difficoltà, per questo le banche centrali hanno immesso ingente liquidità nel sistema tamponando quel si poteva, a questo mirerà il taglio dei tassi che almeno la Fed si appresta a comunicare al mercato (e questa volta probabilmente sarà seguita anche dalla Bce). Dopo molti tentennamenti almeno i ministri delle Finanze dei governi europei hanno deciso di estendere uniformemente la garanzia pubblica sui risparmi depositati sui conti correnti. Qualcuno fino a 50 mila euro, altri fino a 100 mila euro. Una misura minima psicologica che tocca di striscio però l’Italia che quella garanzia ha sui conti correnti degli istituti di credito nazionali fino a 102 mila euro, il tetto più alto all’interno dell’Unione europea. Tamponi, perché poi ogni governo le scelte le farà sul suo piccolo mercato nazionale. Come è già accaduto in Gran Bretagna e negli Stati Uniti è possibile che importanti governi europei decidano di salvare le loro banche commerciali in difficoltà. Potrebbe capitare anche in Italia. Ma dopo il tampone servirà un intervento più strutturale. E insieme un segnale che separi questa era che termina in modo così rovinoso da un nuovo tempo che riparta facendo piazza pulita del passato. Se è l’America che ha acceso la miccia della crisi, è sempre lì che bisognerebbe guardare per comprendere come uscirne. Se il piano Bush usa una ramazza sui mercati ritirando tutta la spazzatura in giro (e lo fa non per salvare banche, ma perché quella spazzatura è in gran parte in mano al popolo dei comuni risparmiatori), l’operazione si accompagna a un’offensiva giudiziaria senza precedenti del Fbi. Chi sbaglia, negli Stati Uniti, paga. Sostiene Giampiero Cantoni, oggi senatore Pdl e per lungo tempo banchiere che oggi «l’Fbi sta preparando pulman per fare retate di banchieri che hanno portato le cose all’estremo». Per ripartire probabilmente questo è necessario anche nella vecchia Europa, dove non è mai accaduto. Spiega bene Francesco Micheli come questa crisi abbia radici assai lontane: sono piùà di venti anni che sui mercati girano titoli spazzatura, «poi i junk bonds hanno cambiato nome, sono stati rivestiti e la spazzatura è tornata a girare largamente, è stata venduta, si sono guadagnate importanti commissioni». E’ diventata subprime, si è travestita in obbligazioni bancarie ad alto rendimento, ma alla fine è finita un po’ a tradimento sempre in mano ai piccoli risparmiatori. C’è bisogno questa volta per ripartire anche di un’operazione pulizia nel sistema bancario internazionale, anche in quello italiano. Non basta dire «temo che abbiamo fatto male i nostri calcoli», ora licenziare qualche centinaio o migliaio di dipendenti e pensare di tornare in rotta magari con qualche ciambella di salvataggio pubblica. Questo virus che oggi è esploso e sembra la Sars dei mercati (e come la Sars alla fine si ridimensionerà) ha i suoi untori consapevoli. Si dissemini ora ogni vaccino, perché è necessario. Ma non ci si dimentichi degli untori. Nel frattempo, come dice Tremonti, tutti fermi. Tenete i soldi nella banca ideale senza bancomat computer e inglese, o sotto il materasso... Franco Bechis