Fausto Biloslavo, il Giornale 9/10/2008, pagina 18, 9 ottobre 2008
§Miscellaneail Giornale, giovedì 9 ottobre In Medio Oriente non bastano i proiettili veri. Fra Libano e Israele è scoppiata la «guerra» culinaria
§Miscellanea
il Giornale, giovedì 9 ottobre In Medio Oriente non bastano i proiettili veri. Fra Libano e Israele è scoppiata la «guerra» culinaria. Il nodo del contendere riguarda storici piatti della cucina di Beirut, e del resto del Medio Oriente, come hummus, falafel e tabbouleh. Gli israeliani li commercializzano con gli stessi nomi e ingredienti. A fasi alterne i libanesi insorgono, ma questa volta sono passati alle cannonate verbali e legali. Il presidente dell’Associazione industriali di Beirut, Fadi Abboud, ha annunciato che citerà Israele in giudizio per obbligarlo a cambiare nome ai piatti contesi. In gioco non c’è solo l’orgoglio culinario nazionale, ma il giro d’affari sulle esportazioni delle prelibatezze. Solo negli Stati Uniti, secondo la catena specializzata negli spuntini, PepsiCo Inc., la vendita dell’hummus nello scorso anno è stata di 192 milioni di dollari. Il capo degli industriali sostiene che la perdita per la concorrenza israeliana è di «dieci milioni di dollari l’anno». L’hummus è una deliziosa purea di ceci condita con sesamo, olio, aglio e limone. Si gusta con il pane azzimo, oppure la pita, il tipico pane piatto del Medio Oriente. «Stanno rubando i marchi migliori delle nostre pietanze, rivendendole in giro per il mondo», ha tuonato Abboud negli ultimi giorni. Secondo l’agguerrito rappresentante degli industriali, gli israeliani copiano anche «la tabbouleh (semola condita con pomodoro e prezzemolo), le falafel, polpette di ceci fritte nell’olio e l’arak (forte liquore a base di anice), che è la bevanda nazionale libanese». Peccato però che i libanesi non abbiano mai pensato di registrare i nomi dei loro piatti. In ogni caso Abboud è deciso a denunciare davanti alla giustizia internazionale Israele. E starebbe ottenendo l’appoggio del governo. Il Libano è ancora formalmente in guerra con Israele, dopo il conflitto con Hezbollah di due anni fa. I difensori dei piatti tipici vogliono intraprendere la stessa campagna legale della Grecia per il formaggio feta. Francia, Germania e Danimarca sostenevano che Atene non poteva avere l’utilizzo esclusivo del nome. I greci presentarono ricorso alla Corte europea del Lussemburgo e vinsero la causa. Per i libanesi, l’hummus è come il nostro parmigiano e lo champagne per i francesi. Nessuno sa con precisione l’origine della popolare pietanza. Si parla dei greci e dei romani, ma i primi segnali di hummus risalgono ai crociati. Anche i ristoratori della minoranza araba che vive in Israele stanno con Beirut. Dall’altra parte della barricata cercano di accreditare un riferimento al piatto di ceci addirittura nella Bibbia. Le prime avvisaglie dell’ultima esplosione della guerra culinaria si sono registrate la scorsa estate. Libanesi e palestinesi sono andati su tutte le furie con un film di Adam Sandler. Il protagonista è una testa di cuoio delle forze speciali israeliane che si rimpinza di hummus. Un oltraggio all’orgoglio della cucina araba. Fausto Biloslavo