Gianluca Paolucci, La Stampa 8/10/2008, pagina 8, 8 ottobre 2008
L’imprenditore marchigiano Roberto Benigni, settore elettromeccanico, ha scoperto a 74 anni il significato della parola «credit crunch»
L’imprenditore marchigiano Roberto Benigni, settore elettromeccanico, ha scoperto a 74 anni il significato della parola «credit crunch». La finanziaria alla quale si era rivolto per avere un prestito e pagare così gli stipendi dell’Ascoli Calcio, da lui presieduto - serie B, metà classifica con 9 punti - ha avuto qualche problema di liquidità con i crac bancari americani e così niente prestito e niente stipendi ai calciatori. Prendendo per buona la comunicazione ufficiale del club marchigiano - ieri non è stato possibile rintracciarlo per avere chiarimenti - di certo non è il solo Paperone del pallone a fare i conti con la crisi globale. A puro titolo di esempio, i Della Valle che hanno resuscitato la Fiorentina guardano in questi giorni le quotazioni dell’azienda di famiglia, la Tod’s, andare giù. « ovvio che i consumi risentiranno di questo clima non favorevole a livello mondiale e anche nella fascia alta la gente spenderà di meno», ha dichiarato qualche giorno fa Diego Della Valle. Il conto lo avevano già fatto, in anticipo, gli operatori della Borsa. Il titolo di Tod’s ha perso quasi la metà del valore, scivolando dai 64 euro di un anno fa ai 33,9 euro di ieri. «La Borsa sconta in anticipo la previsione di minori utili», spiega un analista. E i tifosi della Fiorentina? L’analista non risponde, ma probabilmente se ne accorgeranno alla prossima campagna acquisti. Trattenere Mutu, ammesso che interessi, sarà un po’ più difficile. I Della Valle l’hanno detto chiaro e tondo: senza nuova cittadella dello sport difficile pensare in grande. Altro esempio, la Erg dei Garrone. Anche in questo caso, malgrado i prezzi del petrolio, il titolo è sceso da 16,9 euro a 8,85 euro in un anno. I conti del primo semestre però vanno bene: 56 milioni di utile al 30 giugno, contro i 40 dei primi sei mesi dello scorso anno. I tifosi della Sampdoria possono scegliere se lamentarsi dei prezzi dei carburanti o per i 4 punti in classifica raccolti in sei giornate. Il presidente del Torino, Urbano Cairo, qualche grattacapo in più ce l’ha. Il titolo della sua Cairo Communication ha perso il «solito» 50 per cento nell’ultimo anno, ma in questo caso si sono ristretti anche gli utili, scesi a 4,6 milioni dai 7,2 dello scorso anno. Il caso più clamoroso è però quello di Roma. Da entrambe le sponde si monitorano le vicende di Unicredit, grande creditore della famiglia Sensi, «fidejussore» di Claudio Lotito e al centro della tempesta finanziaria. La Italpetroli dei Sensi ha dovuto emettere un comunicato ieri per dire che Unicredit «non ha fatto alcuna pressione» per vendere la As Roma. E per chiarire di non aver richiesto nessuna proroga rispetto ai 130 milioni che Italpetroli deve alla banca milanese. Unicredit, dal canto suo, ha fatto sapere di avere altre priorità e che dei Sensi si potranno occupare magari tra qualche tempo. «Il piano di rientro del debito - dice Unicredit - rimane saldamente nelle mani della famiglia Sensi con la quale i rapporti restano ottimi». Lo stato di salute della banca guidata da Alessandro Profumo viene però seguito con attenzione anche dal lato biancazzurro della Capitale. Colpa di 13,6 milioni di fidejussioni rilasciate per conto della Lazio Events di Claudio Lotito da Unicredit banca d’impresa in favore della Figc per l’iscrizione al campionato della Lazio. Certo, niente a che vedere con le preoccupazioni dei Sensi, che hanno Unicredit come socio al 49 per cento in Italpetroli oltre che creditore per oltre 350 milioni, circa 130 quelli che dovranno essere rimborsati entro fine anno come previsto dagli accordi sottoscritti nel luglio scorso. Il passo da compiere in tempi brevi è quello di vendere i terreni Torrevecchia: farebbero gola a Caltagirone, ma anche alla Lamaro dei Toti. Solo che al momento, spiega una fonte finanziaria, stanno alla finestra per vedere di spuntare prezzi più bassi. Anche al Monte dei Paschi di Siena, un altro grande creditore dei Sensi, hanno altre preoccupazioni. Poi comunque il loro credito è coperto da ipoteche per 66,8 milioni di euro di valore, prestate a Roma 2000 - la società che controlla una parte del pacchetto della As Roma - dalla Fondiaria Lasa, altra società dei Sensi proprietaria di una serie di terreni, immobili e strutture turistiche distribuite fra Toscana, Lazio e Marche. In attesa che l’onda lunga dello tsunami finanziario arrivi anche alle spiagge del pallone. Gianluca Paolucci