Pierangelo Sapegno, La Stampa 5/10/2008, pagina 22, 5 ottobre 2008
La Stampa, domenica 5 ottobre Ha chiesto subito una foto. Questi americani non hanno mai tempo da perdere
La Stampa, domenica 5 ottobre Ha chiesto subito una foto. Questi americani non hanno mai tempo da perdere. Nella sua, ha una felpa indosso, labbra rosse e piene, un volto senza trucco. Bellezza di provincia, un piccolo uovo di Pasqua, con sopra un groviglio di capelli bruni e cotonati. Nella scheda c’è scritto: 42 anni, ispanica, segno dei pesci, pelle bianca, altezza 1,68, peso 61 chili. «Relazione a breve termine». A me andrebbe benissimo. Per iscrivermi ad ashleymadison.com, il sito dei coniugi infedeli, ho pagato 49 dollari. Le ho mandato la mia foto migliore, che sorridevo al vento: non mi sembrava di fare una brutta figura. Il giorno dopo mi ha risposto così: «Quando vieni a Pennington devi chiamarmi a questo numero:... Niente weekend. Ti puoi fermare? Sarebbe perfetto mercoledì». Pennington è nel New Jersey. Un viaggio da niente. E Destaelsix in realtà si chiama Carol, e non ho ancora capito se fa come me, un po’ per finta e un po’ per lavoro, o se proprio non vuole perdere tempo, come consiglia questo social network dedicato a persone sposate alla ricerca di rapporti extraconiugali: «La vita è breve, trovati un amante». Carol ha un impiego in una clinica. Le ho mandato una lunga mail di vaneggiamenti, per chiederle poi se fa il medico o l’infermiera. Mi ha risposto con due righe: «Sì, il medico. In questi giorni ho un mucchio di lavoro». Non rompere. Cristo, mica tutti fanno i giornalisti. L’ultimo affiliato Mi sono iscritto al sito da dieci giorni. La pubblicità dice che garantisce «un adulterio sicuro». Massima riservatezza e la possibilità di incontrare solo partner già sposati, per non mettere a rischio il matrimonio. Il primo choc arriva subito: il mio numero di iscrizione è 2.567.619, quello dell’ultimo degli affiliati. In sette anni di vita, Ashley Madison ha già raccolto più di due milioni e mezzo di infedeli via Internet. Che siamo diventati un popolo di traditori, lo evidenziano anche tutti i sondaggi. Uno a Milano dice che sei donne su 10 ammettono di aver tradito il partner. Se pensate che secondo una ricerca francese dell’Inserm, l’istituto nazionale della Sanità, appena 30 anni fa una signora sposata confessava di aver avuto nemmeno due compagni di letto in tutta la sua vita (1,9 in media: mezze corna a testa), è facile rendersi conto di come sia quasi epocale questo cambiamento. Oggi le donne più giovani ammettono 5 relazioni profonde oltre a quelle del matrimonio. Negli Anni Cinquanta due donne su tre dichiaravano di sposarsi con il primo partner sessuale, oggi solo una su dieci, come gli uomini. Lo psichiatra Alberto Caputo sostiene che l’uomo è un «monogamo seriale, che ricerca altre femmine per aumentare la quantità della prole», e la femmina una «opportunistica poliandrica, in quanto mira alla qualità del partner per assicurare il miglior corredo genetico alla discendenza». Lui e lei tradirebbero insomma per motivi biologici, «per rimescolare le carte dell’evoluzione e garantire un futuro alla nostra specie». La cosa strana è che Internet avrebbe giocato un ruolo molto importante in questa sorta di mutamento sociale. In Australia, due ricerche parallele dell’università di tecnologia Swinburne di Melbourne sostengono che il web sia diventato ormai «una minaccia sempre più grave per i matrimoni». Nello studio pubblicato dall’Australian Journal of Emerging Technologies and Society, le psicologhe Elizabeth Hardie e Simone Buzwell hanno appurato che il 13% dei tradimenti erano nati attraverso relazioni su Internet, tutte di persone sposate. E una tesi di dottorato di Heather Underwood della stessa università ha invece studiato 200 casi per dimostrare come questa tendenza sia in continua crescita, e come i rapporti sentimentali online diventino sempre meno virtuali e sempre più fisici. Parità ritrovata Internet a parte, alla fine, secondo l’Ined, l’Istituto nazionale di studi demografici di Parigi, il dato certo è che solo il 34 per cento delle donne dichiarano di rimanere fedeli a un solo uomo. La cosa incredibile è che è lo stesso, identico numero degli uomini, con una differenza sostanziale però, che nel 1970 le signore morigerate erano esattamente il doppio, il 68 per cento, nel 1950 più del 90, mentre noi maschi non ci siamo mai mossi da lì: uno su tre ha continuato a fare il bellimbusto e a confessarlo. E’ la donna che sta cambiando il mondo, prima di Internet? Anche su questa spinta dev’essere nato Ashley Madison, il sito dei tradimenti sicuri. Puoi scegliere che tipo di infedeltà vuoi: con una donna sposata, con una single, con un altro uomo... Dopo l’iscrizione, ti chiedono un profilo. «Vuoi qualcosa a breve termine? A lungo termine? Vuoi una relazione virtuale? Qualcosa che ti ecciti? Sei indeciso?». Un supermarket. Siamo entrati per chattare, davanti a una sfilza infinita di persone. Abbiamo cercato quelle con le foto. Una di Houston, Texas, che si chiama Sussy. Le ho mandato un messaggio, dopo aver spulciato la griglia di frasi preconfezionate. «Seleziona: cosa veramente mi ha interessato di te? La tua maturità? Che sei sofisticata? La tua foto?». Le domande La tua foto, ok. Vado oltre: «Ti piace il sesso orale come a me? Il tuo didietro? Il tuo appetito sessuale? Perché sei frustrata come lo sono io?». Riguardo la foto: dallo scollo della camicetta spuntavano, senza un certo timore, le mezzelune del seno, e il sorriso malizioso faceva anche capire quanto valesse la pena pagare un biglietto per andare a vederle. Ma non me la sono sentita di prometterle chissà quali volgarità. Le ho mandato una e-mail soft. Mi ha risposto raccontando la sua vita, che è sposata per modo di dire e che ha venduto il bar, completo di licenza, a una catena di lavanderia automatica, che secondo lei lava ben altro che le mutande sudicie di Houston. Allora ho scritto a Molly, che aveva lasciato in buca questo messaggio: «Dove sei mio bel Romeo?». Mi ha chiesto una foto. La solita. Poi l’età. «Al massimo voglio 35 anni», dice. Troppo tardi. I miei sono già andati. Ho cercato qualcosa di hard. Una signora inglese, Jenny, che vive a Seattle. Come no, dietro casa. Chiedeva pure le misure: «Ti piace farlo mentre gli altri ti guardano?». Se non scappa da ridere. Solo che Jenny è un po’ complicata, perché non era il marito quello che doveva guardare. Nella sua foto era fasciata in un paio di jeans, con una canottiera che sembrava dipinta addosso. Ah, meglio la Carol. Poche parole, ma buona. Le ho scritto uno sproloquio. Mi ha risposto con una cosa che non ho capito. Me l’ha tradotta un’amica. Diceva: «Sei scemo o ci fai?». Pierangelo Sapegno