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 2008  ottobre 03 Venerdì calendario

Avvenire, venerdì 3 ottobre C’è un italiano, il professor Marcello Coradini, al quale viene riconosciuto il ruolo di ’padre’ dei programmi di esplorazione spaziale europei degli ultimi quarant’anni, nell’ambito del Sistema solare

Avvenire, venerdì 3 ottobre C’è un italiano, il professor Marcello Coradini, al quale viene riconosciuto il ruolo di ’padre’ dei programmi di esplorazione spaziale europei degli ultimi quarant’anni, nell’ambito del Sistema solare. Coradini, che domani interverra Bergamoscienza (ore 16.30, Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni) coordina questo settore all’interno dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, e ora annuncia il ritorno sulla Luna. Da realizzare entro i prossimi venti anni:La Luna­ il corpo celeste pivicino alla Terra, il pifacilmente raggiungibile, giesplorato sia da robot che da esseri umani ed­quindi naturale che venga rilanciata. Sul nostro satellite la gravit­un sesto di quella terrestre, ma si fa sentire e questo semplifica molto le cose. Professore, ora che l’economia mondiale­scossa dalla crisi finanziaria, ci saranno ancora fondi per le imprese spaziali? La ricerca scientifica e tecnologicail volano che pudare impulso agli investimenti industriali. Le imprese spaziali stimolano la ricerca e garantiscono occupazione nell’industria ad alta tecnologia e benefici in campo sociale. Proprio nei momenti di crisi come questo si purilanciare l’economia con intuizioni indovinate. In Europa ormai investiamo pochissimo nella ricerca, se no l’uno per cento del prodotto interno lordo, una percentuale da Paesi poveri. C’chi pensa che i corpi celesti vengono dopo i bisogni materiali immediati , specie quando l’emergenza economica stringe. Rispondo con un esempio. La nostra missione Rosetta va da una cometa all’altra e intanto, supponiamo, in un angolo impervio del globo siverificata una catastrofe naturale. Questi due eventi non hanno, apparentemente, alcun rapporto. Ma il lander Phile che si stacca da Rosetta e plana sulla cometa­un laboratorio miniaturizzato di chimica e biochimica estremamente sofisticato, e trasportabile. Messo in una valigia (peso complessivo trenta chili) e portato con un elicottero dove­avvenuta la calamit permetterdi salvare tante vite con analisi in situ. Normalmente un laboratorio come questo occupa intere sale di un ospedale. Non­ probabile che il nuovo governo Usa puntertutto sulla ricerca di una fonte di energia nuova, facilmente fruibile e poco costosa? L’energia­proprio uno dei campi in cui la ricaduta tecnologico e sociale delle imprese spaziali appare in tutta la sua evidenza. Torniamo all’esempio della missione Rosetta. Questa produce energia solare alla bellezza di settecento milioni di chilometri dal Sole (abbiamo sviluppato un brevetto europeo, con buo- na partecipazione italiana, per queste speciali celle solari). Se lei si trovasse su Rosetta e guardasse il Sole, lo vedrebbe poco pigrande di una stella del firmamento. Ma prendiamo i pannelli solari di Rosetta e ricopriamoci i tetti di ogni casa che viene costruita: sono cossensibili da poterli definire ’ celle lunari’, perchsarebbero in grado di produrre energia addirittura al chiaro di luna. A proposito di Luna: sta scavalcando Marte nei programmi spaziali, eppure Marte­un simbolo della conquista dello spazio. ­Per via della fantascienza, fa parte del nostro inconscio collettivo. Ma a mente fredda si deve riconoscere che Marte­per ora un obiettivo difficile da raggiungere. Marte dovressere esplorato con tecniche robotiche. Nel frattempo,molto affascinante ciche si purealizzare tra Marte e la Terra: se collochiamo sulla superficie marziana telecamere ad alta risoluzione, e abbiamo una potente capacitdi trasmissione, usando dalla Terra tecniche da videogioco si proverebbe la stessa sensazione di stare sul pianeta rosso. Ma sarebbe un gioco… No. Potrei studiare la geologia di Marte, camminare su Marte. Come con la realtvirtuale, salgo su una pedana, indosso un casco, manovro un joystick e cammino. Il mio cammino fa avanzare un robot sulla superficie marziana. A quel punto, io geologo o biologo o mineralogista esploro la superficie di Marte come se ci fossi davvero. I miei movimenti vengono teletrasmessi, un robot si muove alla mia stessa velocit, e io ho la visione reale dell’ambiente marziano. Ho tutte le condizioni di cui ha bisogno uno scienziato per percepire e comprendere la realtche lo circonda. Vedo la realtvera, perchquella non­ virtuale.­virtuale la mia presenza, ma­una presenza virtuale in una realtvera. E la stazione spaziale internazionale? Diversamente dalla stazione spaziale, una base lunare avrrisvolti molto importanti, sarfacile viverci; sulla Luna ci si potrspostare facilmente, senza i disagi creati dall’assoluta mancanza di gravit. L’organismo umano non­ progettato per rimanere in assenza di gravit. Gli astronauti hanno capogiri, vomitano perchnon stanno in un luogo con un ’alto’ e un ’basso’. Ma abbiamo ancora la capacitdi mandare uomini nello spazio? Vedere uomini che salgono e scendono dalla stazione spaziale internazionale per poi essere costretti a esercitarsi con la cyclette non stimola pil’immaginazione di nessuno. Vogliamo rilanciare l’esplorazione dello spazio, nei geni dell’umanitc’la passione dello scoprire. Russia e Cina vogliono unire gli sforzi e lanciare una grossa missione lunare. Lo spazio riacquista valore strategico? Abbiamo aperto interfacce internazionali e abbiamo una collaborazione giconfermata con Cina e Giappone. Ma siamo realisti: per andare nello spazio bisogna rimanere con i piedi per terra. Se ci sono voluti vent’anni per la stazione spaziale internazionale, altri venti ne basteranno per la stazione lunare. Sulla Luna, l’Esa ha sperimentato il motore ionico. Frutto della mia missioncina Smart 1. Nello spazio non c’attrito, per muoversi bisogna gettare materia da una parte per spostare materia dall’altra. Noi siamo riusciti a ’sputare’ ioni, ciouna massa praticamente nulla, con una procedura che permette di raggiungere velocitimpensabili con un motore tradizionale. Luigi Dell’Aglio