Enrico Franceschini, la Repubblica 3/10/2008, pagina 9, 3 ottobre 2008
ENRICO FRANCESCHINI
dal nostro corrispondente
LONDRA - I titoli di Borsa crollano. I soldi in banca non sono più al sicuro. Perfino il mattone, considerato l´investimento più prudente, è a rischio, tra stretta creditizia, mutui troppo facili e svalutazione immobiliare. Ecco allora che il risparmiatore ha individuato una nuova, anzi una vecchia, strategia per salvare i suoi investimenti dalle minacce del terremoto finanziario: comprare oro. La Ats Bullion, una botteguccia quasi invisibile sullo Strand, seminascosta dalle leggiadre forme art decò dell´Hotel Savoy (quello dove Churchill pranzava imperturbabile con De Gaulle, mentre su Londra infuriava un altro genere di crisi, i razzi e le bombe di Hitler), ha assistito negli ultimi giorni a uno spettacolo inconsueto: una lunga coda di clienti davanti alla porta. «C´è una richiesta enorme», dice al Guardian Sandra Conway, direttrice della Ats, una delle maggiori catene di vendita di monete e lingotti d´oro nel Regno Unito. E il fenomeno non è soltanto britannico.
I principali mercanti di lingotti e monete d´oro, infatti, stanno consumando le scorte per tenere dietro all´impennata della domanda, apparentemente sospinta dalla ricerca di un investimento a prova di crisi da parte dei risparmiatori di mezzo mondo. Le riserve, scrive il quotidiano londinese, che ha messo ieri la notizia in prima pagina, sono sul punto di esaurirsi, in particolare di Krugerrand, una delle più famose monete d´oro. Così chiamate in onore di Paul Kruger, che guidò la rivolta dei Boeri contro l´Impero britannico all´inizio del diciannovesimo secolo, queste monete vennero coniate dapprima in Sudafrica nel 1967. Importarle in Inghilterra era illegale negli anni ´70 ed ´80, a causa dell´apartheid, ma sono diventate lo stesso una delle monete d´oro più diffuse in tutto il pianeta.
Oggi costano 547 sterline l´una (circa 690 euro contro una quotazione ufficiale di 645 euro), ma stanno rapidamente scomparendo perché gli investitori, a Londra come altrove, ne fanno incetta. La Rand Refinery lavora sette giorni alla settimana per coniarne di nuove, così come funziona a pieno ritmo la zecca austriaca, che produce un´altra moneta d´oro particolarmente popolare, la Vienna Philarmonic. Stessa situazione per la zecca americana, che è stata costretta a interrompere le vendite dell´American Buffalo, una moneta a 24 carati, perché stava esaurendo le scorte. Ha limitato anche la disponibilità di una possibile alternativa, l´American Eagle, a 22 carati.
Ma potrebbe esserci anche una ragione in più per comprare simili monete. Gli investitori più accorti hanno probabilmente notato che le monete d´oro da un´oncia costano meno di un´oncia d´oro sul mercato libero, per cui si può essere tentati di comprarle per realizzare un facile e immediato guadagno. Il prezzo dell´oro, dopo aver superato la barriera dei 1000 dollari a marzo, è ora sceso a 866 dollari; ma l´American Eagle da un´oncia si vende per 790 dollari e l´American Buffalo per 800. Comprandole, e rivendendole subito come oro sfuso, si guadagnano 80-90 dollari a moneta. A patto di essere in cima, e non in fondo, alla coda vicino all´Hotel Savoy.
Enrico Franceschini