Roselina Salemi, Il Sole-24 Ore 28/9/2008, pagina 55, 28 settembre 2008
Il Sole-24 Ore, domenica 28 settembre Brigitte Bardot, spettinata, la famosa bocca socchiusa: sta per dire «oui?»
Il Sole-24 Ore, domenica 28 settembre Brigitte Bardot, spettinata, la famosa bocca socchiusa: sta per dire «oui?». Grace Kelly, fredda e già regale. Raffaella Carrà in versione agreste. Giovanna Ralli dentro un costume da bagno intero, quasi uno scafandro, ma senza spalline. Liz Taylor, provocante, a pari merito con Cyd Charisse. il 1960, l’inizio degli anni beati, i primi accenni di consumismo, le garbate seduzioni hollywoodiane, il bon ton dei femminili con in copertina vere signore senza una ciocca fuori posto e sempre provviste di cappello, guanti e borsetta. Messe in fila con i loro sorrisi congelati, le sopracciglia ritoccate a matita, così vintage da essere quasi moderne, le cover girl di un tempo, formose, anche troppo, (oggi le metterebbero a dieta stretta), hanno l’aria ingenua e un po’ sorpresa. Devono ancora succedere molte cose perché quello stupore sparisca, un ’68 per esempio, un ’77, il divorzio, l’aborto e Io sono mia. Ma i primi turbamenti ci sono già. Mentre «Novella» pubblica languidi primi piani di Diana Dors, Ilaria Occhini, Aba Cercato (l’unica ad aver dato il suo nome non a una rosa, ma a una fetta biscottata), Aichè Nanà si spoglia al Rugantino e un plotone di bellezze marcia verso la celebrità con tutti i mezzi. Sophia Loren, Elsa Martinelli, Miranda Martino, Stefania Sandrelli. La felliniana Anita Ekberg si produce in una personale forma di sillogismo: «Agli italiani piacciono le donne, le donne che gli italiani preferiscono sono bionde. Io sono bionda e sono donna: una donna e una bionda moltiplicate per dieci». Fa effetto vedere in sequenza le copertine di quasi un ventennio (1960-1979), raccolte con ossessiva passione da Roberto Baldazzini, sceneggiatore di fumetti, autore di graphic novel, ma soprattutto «disegnatore fetish». Il suo Sexyrama è una collezione privata del desiderio made in Italy, da quando «tutto frusciava», calze di seta, sottovesti, guaine con bordi di pizzo, camicette di raso, alla star del cinema a luci rosse nuda e cruda (Ilona Staller, alias Cicciolina), per arrivare alla dimensione casalinga dell’immaginario porno-erotico, ormai alla portata di tutti, con la tivù a fare da amplificatore. Il gossip dell’epoca è un’ingenua fiera delle vanità, declinata in modo diverso in ogni giornale, «Tempo», «Alba», «Oggi», «Le Ore»:, il pianto di Soraya, principessa triste, e il sorriso di John e Jackie Kennedy. Sophia Loren che vuole un figlio e Gigliola Cinquetti che canta «Non ho l’età» a Sanremo. Rosanna Schiaffino in bikini che spinge verso l’alto la «O» di Panorama , come una palla. E il ’68 che si avvicina, annunciato dalla mini e dalla rivoluzione del collant, dal festoso battesimo del nylon, dalle inchieste sull’educazione sessuale e dall’esplosione della bomba sexy a stelle e strisce: Raquel Welch. Ci sono molti giornali per soli uomini in questa storia, «Nat», «Tabù», «Playmen», «Kent», «King», «Men», «Caballero» e naturalmente «Playboy», ma nel ’66-’67 esiste ancora una linea di confine: mani incrociate a coprire il seno, scialli, frange, vestaglie. (Pamela Tiffin è conciatissima, in pelliccia, calze velate e giarrettiera o con centinaia di monetine incollate addosso). Ma i "tabù" si bruciano in fretta, ed ecco su «Sir» la scandalosa dichiarazione: «Mi chiamo Romina, ho 16 anni. Mi piacciono i fiori, il sole, la purezza. la prima volta che poso nuda». Vite e mondi paralleli. Da un lato i familiari («Oggi», «Tempo») e i femminili («Alba», «Annabella», «Amica») con le loro pubblicità di corsetteria snellente, calze, battitappeto, macchine per cucire e cera per i pavimenti, rivolte alla moglie-angelo-della-casa, dall’altro i mensili "per lui", con le rivelazioni shock «Sono una ninfomane» (su «Jane») che fa il paio con «Ho visto i dischi volanti», e «Io, uomo sono diventato donna», (su «Seven Star») i primi accenni di bondage (su «Io») e l’obolo pagato dalle dive di casa nostra, Scilla Gabel e Claudia Cardinale, Lisa Gastoni e Maria Grazia Buccella: il servizio sexy lo accettano tutte. Solvi Stubing sussurra «Chiamami Peroni, sarò la tua birra», e si spoglia, Florinda Bolkan è così minimalista da indossare soltanto un foulard, Edwige Fenech travolge gli italiani, costretti a dividersi tra lei, Laura Antonelli e Ursula Andress (ma anche Sylva Koscina ha i suoi fan). Come ulteriore richiamo, i giornali offrono dispense, enciclopedie di educazione sessuale, consigli per «imparare a fare l’amore»: l’ignoranza è sicuramente profonda. Le donne cambiano. A dispetto dell’immaginario maschile, si stringono e strizzano per somigliare a Twiggy, acclamata, filiforme modella inglese; si innamorano dell’unisex, portano molto argento, molta plastica, parrucche di nylon colorato, stivali neri, lucidi, e la mini. Oppure i pantaloni. Nel frattempo, il topless non è più un reato, la trasgressione viene metabolizzata, le icone sexy addomesticate. Laura Antonelli finisce su «Postal Market», catalogo di vendita per corrispondenza. Ilona Staller diventa deputato. Niente fa più scandalo, che noia. Roselina Salemi