varie, 27 settembre 2008
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Rossy Yves
• Neuchatel (Svizzera) 27 agosto 1959. Pilota • « un uccello. un uomo. Superman! No, è proprio un uomo: un uomo che ha imparato a volare con due ali attaccate alle spalle e che [...] dopo una serie di voli sperimentali, ha compiuto l’impresa di attraversare in tal modo il canale della Manica [...] di professione pilota d’aviazione civile con la Swiss Air, ha impiegato meno di quindici minuti a compiere il viaggio di 35 chilometri da Calais a Dover, sulle cui bianche scogliere (o meglio in un terreno agricolo appena un po’ più in là, se no si sarebbe sfracellato) è atterrato, con l’aiuto di un paracadute [...] la prima volta, ovviamente, che un uomo volante attraversa la Manica, ed è accaduto esattamente novantanove anni dopo il primo volo sul canale, compiuto dal francese Louis Bleriot: la dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, di quanta strada hanno percorso a braccetto l’umanità e la tecnologia nello spazio di un secolo. Il signor Rossy ha non solo volato ma ha pure inventato le ali a motore che gli hanno permesso di stabilire questo record. Appassionato di aviazione da sempre, oltre che pilota di mestiere, ha impiegato mesi a costruire l’apparecchio insieme a una squadra di suoi collaboratori. Lo aveva già sperimentato sulle Alpi svizzere, lanciandosi in volo dalle montagne, ma non aveva mai volato per più di dieci minuti [...] (Il 26 settembre 2008) si è lanciato da un aereo a 2.500 metri d’altitudine all’altezza di Calais, ha allargato le braccia, azionato i 4 motori a reazione sotto le ali e ha spiccato il volo. Il suo velivolo non ha un volante o strumenti direzionali, né congegni per sapere dove sta andando: è tutto nella testa del pilota, o meglio dell’uomo-aereo. lui che, girandosi in un verso o nell’altro, cambia direzione; ed è lui che, controllando il paesaggio circostante, deve sapere dove sta andando. La visibilità era ottima, per cui non ha avuto dubbi: ben presto è apparso all’orizzonte il profilo della costa inglese, ed è bastato questo a orientarlo. Ha aumentato velocità fino a raggiungere un massimo di 200 chilometri orari; poi, in vista del traguardo, ha rallentato, fino al momento di aprire il paracadute e planare dolcemente fino a terra, dove c’era ad accoglierlo una folla di giornalisti, cameramen, curiosi. ”Perfetto, è stato un volo perfetto”, ha detto all’arrivo. Puntuale come un orologio svizzero, ha commentato la Bbc. L’avventura era rischiosa: i 30 litri di carburante che azionano i motori potevano prendere fuoco, e a proteggerlo c’era solo una tuta a prova di fiamme e un elmetto. Ma è andato tutto bene. [...]» (Enrico Franceschini, ”la Repubblica” 27/9/2008).