Federico Rampini, la Repubblica 27/9/2008, 27 settembre 2008
DAL NOSTRO INVIATO
federico rampini
SAN FRANCISCO
Il crac della cassa di risparmio Washington Mutual è il più grande fallimento bancario nella storia americana, "liquidato" nello spazio di una notte per evitare effetti-contagio e panico tra i depositanti. In Borsa è crollata del 27% la Wachovia, numero sei nella classifica delle banche americane (che intanto si restringe di giorno in giorno). Sull´altra sponda dell´Atlantico è un colosso belga-olandese, la Fortis, al centro di timori insistenti. Ieri i vertici dell´istituto a Bruxelles hanno dovuto di nuovo smentire problemi di liquidità.
Ovunque nel mondo sui governi e le autorità monetarie incombe un timore: che scatti all´improvviso, dove meno te l´aspetti, e magari su voci false, l´assalto agli sportelli di qualche grande banca, una corsa dei correntisti per ritirare tutto, quella fuga verso la liquidità che caratterizzò la Grande Depressione degli anni Trenta. Un´avvisaglia, per ora rientrata, si è avuta l´altroieri a Hong Kong. La Bank of East Asia, una delle più importanti aziende di credito della piazza asiatica, era stata assediata da code di correntisti impauriti per le voci di imminente bancarotta. A migliorare l´atmosfera, più delle dichiarazioni rassicuranti dell´autorità monetaria di Hong Kong, è stato il gesto del locale magnate Li Ka-shing (l´uomo più ricco dell´isola) che ha acquistato una partecipazione azionaria nell´istituto. Ma in America nessuno sforzo è bastato a rassicurare i clienti della Morgan Stanley: in pochi giorni hanno ritirato e venduto un terzo dei fondi gestiti dal prestigioso gruppo di Wall Street. A nulla è valso l´annuncio che Morgan Stanley ? come Goldman Sachs ? rinuncia allo status privilegiato ma fragile della "investment bank" per convertirsi al mestiere più solido e plebeo della banca commerciale. La fuga da Morgan Stanley ha avuto per protagonista un segmento molto avvertito: non i clienti individuali, bensì gli hedge fund.
E´ indicativo di questi timori il modo in cui le autorità federali Usa hanno chiuso in poche ore il crac di Washington Mutual. Vendendo l´insieme dei depositi a JP Morgan Chase, hanno voluto evitare che scattasse l´intervento dell´assicurazione federale sui conti correnti. Quest´ultima restituisce fino a 100.000 dollari: un valore consistente ma ormai spesso inadeguato a coprire la totalità dei fondi dei correntisti (JP Morgan come prima cosa ha annunciato che i depositi saranno preservati anche oltre i 100.000 dollari). Ancora più anacronistici risultano i tetti dell´assicurazione statale garantita ai depositanti della Fortis in Belgio (20.000 euro) o delle banche di Hong Kong: sotto i 10.000 euro. Meglio che i correntisti non comincino neppure a pensare agli scenari estremi.
Ma è già uno scenario estremo quello che imperversa sul mercato interbancario, dove cioè si gestiscono i flussi quotidiani del credito fra le stesse banche. Il tasso Euribor a tre mesi è ai massimi storici che toccò nel 1995 durante la bancarotta del Messico: cioè la crisi finanziaria che provocò anche l´ultimo collasso del Sistema monetario europeo, mandando la lira a precipizio e il marco alle stelle. E i tassi dicono solo una piccola parte della verità. Assai più del rincaro del costo del denaro preoccupa la scarsità fisica, la penuria, il razionamento ai minimi termini. Le banche stanno facendo incetta di liquidità, sono riluttanti a farsi prestiti tra loro. Le conseguenze sono pesanti a valle, per l´attività di tutte le imprese industriali che devono finanziarsi quotidianamente: in America è sotto stress tutto il settore dei "commercial paper" che servono proprio a quello. L´intero sistema del credito assomiglia sempre di più a un organismo dove le arterie occluse danno i segnali premonitori di un infarto o di un embolo. L´oro, bene-rifugio per eccellenza, ha guadagnato il 20% dall´11 settembre (quello del fallimento Lehman, non delle Torri Gemelle).
In questo scenario affiorano dubbi sul piano Paulson che vanno ben oltre la rissa elettorale americana. Il maxifondo da 700 miliardi richiesto dal segretario al Tesoro per comprare alle banche i titoli strutturati (detti volgarmente spazzatura) è pieno di difetti che il Congresso ha cercato di ridurre: è un piano terribilmente opaco, per curare una crisi nata proprio dall´opacità. Il timore principale ormai è un altro: che anche quei 700 miliardi possano rivelarsi troppo pochi rispetto alla dimensione della crisi.