Klaus Davi, Panorama 2/10/2008, pagina 200, 2 ottobre 2008
Secondo il settimanale russo Secret il patto di non aggressione Molotov-Ribbentrop del 1939 altro non fu che un segnale dell’infatuazione di Stalin per Adolf Hitler
Secondo il settimanale russo Secret il patto di non aggressione Molotov-Ribbentrop del 1939 altro non fu che un segnale dell’infatuazione di Stalin per Adolf Hitler. Il bisettimanale moscovita Chastnaja Zhisn invece ha definito la paranoia di cui era vittima il dittatore russo un segnale tipico nelle persone che occultano la loro omosessualità. Il primo a insinuare dubbi che tra Stalin e il suo segretario particolare, l’ungherese di origini ebraiche Karl Pauker, ci fosse una relazione fu l’ambasciatore americano a Mosca, William Bullit, che in un rapporto confidenziale inviato al governo Usa nel 1934 parlò di rapporto «inconsueto». Col passare del tempo le voci crebbero al punto che, in piena guerra fredda, l’ex spia russa Alexandr Orlov scrisse nel libro ”La storia segreta dei delitti di Stalin” che anche alcuni membri del Kgb sapevano del legame particolare, definendo Pauker «più che un amico, più che un fratello per Stalin». E forse, continua Orlov, la diffusione di certe voci portò all’uccisione dello stesso Pauker durante la grande purga del 1938. Decenni dopo anche lo psicologo americano Daniel Rancour-Laferriere approfondì la tesi nel testo ”The Mind of Stalin: a psychoanalitic study”: l’omosessualità di Stalin era latente fin dall’età giovanile e i rapporti con Pauker non erano da lui ritenuti inappropriati ricoprendo il dittatore, come imponeva il ruolo di comando, una parte attiva nella dinamica di coppia.