Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  settembre 26 Venerdì calendario

Corsivo. La Stampa, venerdì 26 settembre Scrive una lettrice milanese, piuttosto sconvolta. «Sto portando mio figlio a scuola con il tram

Corsivo. La Stampa, venerdì 26 settembre Scrive una lettrice milanese, piuttosto sconvolta. «Sto portando mio figlio a scuola con il tram. Dietro di me una donna grida ai quattro venti la trama del film che ha visto la sera prima al cinema: ”E allora il papà va a prendere la mamma, la porta in un bosco e le fa un po’ male". Poi continua a raccontare, fino al momento in cui il protagonista uccide i propri figli. A quel punto sento una vocina che la interrompe: "Perché ha ammazzato i bimbi e non si è ammazzato lui?". Così scopro che la tipa che racconta a squarciagola è una mamma e le ascoltatrici le sue figlie, di 8 e 10 anni circa. Ma il bello è la risposta: "Sai, il papà era stressato, non li vedeva da un sacco e gli voleva troppo bene: se si ammazzava lui, poi loro erano senza papà, invece così…" Io mi giro per incenerirla e vedo una mamma giovane e carina, benvestita, che mi sorride con lo sguardo soddisfatto e complice di chi ha appena dato una lezione d’amore, di cinema e di vita alle sue figlie e a tutto il tram». La storiella è una miniera di spunti per i teorici della decadenza dei costumi. A me, che resto comunque un ottimista (forse perché viaggio poco in tram), colpisce soprattutto l’impoverimento del linguaggio. Non sono finite le favole. Sono finite le parole. Quelle cucite apposta per i più piccoli. Oggi si mastica un unico idioma digeribile da tutti i palati, grandi e piccini. L’equivalente semantico del Big Mac. Non solo quella mamma non sa «di cosa» parlare a sua figlia. Non sa «come» parlarle. E questo, per certi versi, mi sembra ancora più grave. Massimo Gramellini