Francesco Battistini, Corriere della Sera 26/9/2008, 26 settembre 2008
DAL NOSTRO INVIATO
EKER (Svezia) – Nitrisce. «Ecco, ci siamo!». Digrigna. «Forza, dai...».
Il bianco dell’occhio, l’iride immobile. «Attenti, attenti... ». I muscoli tesi, gli zoccoli piantati nel tappetino di gomma. «Bravo, così...». La monta di Varenne è pianificata, rapida e ricca come un Grand Prix. Tre volte la settimana. Traguardo in tre minuti. Cinquecento milioni di spermatozoi. Non sgarra, non trasgredisce, non fa cilecca. Sesso del buon borghese. E quando ha finito, secondo tradizione maschile, si gira dal-l’altra parte come se niente fosse. Capìtelo, il Capitano. Che dovrebbe fare? Da sei anni, la sua second life di campione dell’inseminazione non prevede applausi, né corone d’alloro, né un Arc de Triomphe. Non prevede nemmeno la giumenta. una gloria silenziosa che si consuma in una spoglia stalla col soffitto a travi. Sei neon. Una provetta. E su quel-l’attrezzo di cuoio e d’acciaio che sembra il cavallo per la ginnastica artistica e invece va posseduto fingendo che sia una cavalla per la ginnastica amorosa: « straordinario anche da stallone – s’illumina Johann Hellander, il veterinario ”. Abbiamo trecento purosangue, qui, ma nessuno è come lui. Abbiamo anche il suo avversario storico, Viking Kronos, che ci fa dannare, si distrae, a volte s’impunta e non entra nel box, perché non gli piace ingravidare le sagome. Varenne, no. Lui è un vero Capitano. Mai un capriccio. Quello che gli chiedi, fa».
Non bastava la fuga dei cervelli. Il più ricco trottatore di tutti i tempi, la leggenda dei 51 Gran Premi vinti fra Parigi e New York, sei mesi l’anno lascia la piana torinese di Vigone e viene a fecondare su quest’isola di querceti e d’antiche battaglie luterane, tre quarti d’ora d’auto da Stoccolma. Di notte ci sono le alci che passeggiano brade lungo la strada, d’estate ci soggiornano i Reali di Svezia e da sessant’anni questo è il regno di Margareta Wallenius, miliardi nelle navi e nella filantropia e nell’ippica, 300 ettari di scuderia sette stelle lusso, «Menhammar Stuteri», box pavimentati in legno per non affaticare i garretti, sterminati paddock con vista sul lago Mälaren. Una pensione dorata fra avene selezionate e mele biologiche, cinquanta stallieri e sofisticati sistemi d’allarme, redini personalizzate e zuccherini col logo, un’alcova da centomila euro di retta, meravigliosa, se non fosse per quell’onanismo senza limitismo: «Ma cosa vuole che sia – ride Hellander ”, l’accoppiamento con la sagoma è il dovere d’ogni purosangue. per evitare le infezioni, per non disperdere il seme. Poi, chiaro, lui è una star e qualche piccolo privilegio gli è concesso. Ma niente femmine... ».
Dicono i gitani che i veri tesori non luccicano e non tintinnano, ma brillano nel sole e nitriscono nella notte. Varenne prende il nome da Rue Varenne, indirizzo della nostra ambasciata in Francia, e mica per niente è l’ultimo latin lover da esportazione in un’Italia calante anche per desiderio. Ambasciatore dello spennato gallismo nostrano, quarant’anni dopo la Ekberg e i film di Sordi acchiappasvedesi. Il Capitano è un vero portento tra le fattrici di quassù: una sua provetta è buona per otto cavalle. «C’è la coda per l’inseminazione », dice Roberto Brischetto, il manager. A caval donato(re) si guardano i conti e ad ogni puledro che nasce sono 15 mila euro per il proprietario di papà, Enzo Giordano. Le fiale volano tutti i mesi, destinazione allevamenti australiani, sudamericani, asiatici. Due guardie di scorta, valigie refrigerate a temperatura 4-5 gradi. Varennini e varennine già spopolano. L’ultima arrivata, Melody Del Rio, era domenica a San Siro: due corse, due vittorie. «Non fosse così fertile – spiega Hellander ”, il suo sperma costerebbe di più. Viking Kronos, che produce poco, è quotato 18mila euro a provetta. Ma il valore è comunque alto. Per far capire: From Above, un altro campione che insemina quanto Varenne, sta a 2.200 euro».
Il cavallo che sussurra agli uomini sgamba nell’erba alta, dopo l’ultima monta. Gioca con un pony e una palla rossa di gomma. A novembre svernerà in Piemonte, a primavera tornerà in Svezia. «Stare qui gli pace molto», garantisce il dottor Hellander: «Lo amano tutti alla follia. Il 19 maggio, gli abbiamo organizzato la festa di compleanno. Ha ficcato il muso nella torta e nelle tredici candeline. C’erano cento tifosi venuti apposta per lui. Incredibile. Non ho mai visto un purosangue che, sei anni dopo l’ultima corsa, ha ancora un fans club». Uno così speciale non meriterebbe un regalo un po’ speciale? «Che genere di regalo?». Una cavalla in carne e ossa, magari... «Questa è una tipica domanda da italiano».
Otto anni fa
La vittoria di uno dei premi più famosi, il Prix d’Amérique, a Parigi. Varenne era condotto da G.Paolo Minnucci (foto Oliviapf. com)
Francesco Battistini