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 2008  settembre 25 Giovedì calendario

Mack John

• J. Mooresville (Stati Uniti) 17 novembre 1944. Banchiere. Amministratore delegato di Morgan Stanley • «[...] conosciuto a Wall Street come ”Mack the knife”, Mack il coltello, per l’aggressività e la capacità innata di tagliare teste e costi inutili nelle banche che negli anni è stato chiamato a guidare [...] Entrato come trader a 28 anni, quattro anni più tardi era già vicepresidente della banca. Tre anni dopo, nel 1979, avrebbe assunto anche l’incarico di managing director, stabilendo una serie continua di record nei risultati. Nel ”93 era già presidente. Morgan Stanley era ”the top dog on the Street”, la prima banca d’investimenti fra quelle quotate alla Borsa di New York, e ai cronisti piaceva raccontare l’epopea di questo eroe dell’America self-made e multiculturale. John J. Mack, nato John Makhoul, veniva dal Libano. A dodici anni aveva raggiunto suo padre, che a Mooresville, nella Carolina del nord, aveva aperto un piccolo negozio di alimentari. A scuola John si mise in luce più come giocatore di football che come studente modello, e anche per il senso di empatia che lo portava a stringere amicizia con chiunque. Grazie a una borsa di studio riuscì a iscriversi all’università e, complice la rottura di una vertebra, cominciò a studiare davvero. Per arrotondare, passava la notte vendendo merendine nella sua stanza nel dormitorio maschile. Ancora oggi, chi lo incontra per la prima volta se lo vede venire incontro con la mano tesa: ”Piacere, sono John Mack”, dice lui sorridendo e senza aggiungere altro. Ma tutti sanno che John Mack non è soltanto un tipo alla mano. Non l’avrebbero chiamato ”the knife” se non fosse capace di licenziare chiunque senza il minimo imbarazzo (in tre anni, quando andò a lavorare a Crédit Suisse- First Boston, tagliò diecimila posti di lavoro con un risparmio di tre miliardi di dollari), di alzare la voce e di farla pagare a chiunque tenti di sbarrargli il passo. Lo sa bene Phil Purcell, che con lui aveva condotto, nel 1997, l’operazione da 10 miliardi che portò alla fusione tra Morgan Stanley e la Dean Witter. Un accordo non scritto prevedeva che Purcell assumesse inizialmente l’incarico di Ceo, con Mack alla presidenza della banca, salvo poi scambiarsi i ruoli cinque anni più tardi. Quando, nel 2001, John Mack capì che Purcell non sarebbe stato ai patti, abbandonò la banca dove era cresciuto, giurando che sarebbe tornato. Quattro anni dopo, il consiglio di amministrazione licenziò il suo rivale, accettò di versargli 40 milioni di dollari di risarcimento e lo pregò di tornare alla guida della società. Mack non se lo fece ripetere, ma non era ancora abbastanza. Nel giro di due mesi licenziò chi non voleva adeguarsi al ”nuovo corso”, richiamò chi l’aveva seguito nel 2001, e cominciò a viaggiare, ininterrottamente. A Dubai sbarcò prima dei rivali di Goldman Sachs, lasciando soltanto le briciole alla concorrenza. In Europa e Asia lasciò intendere che Morgan Stanley non viaggiava più ”con il pilota automatico” e che era pronta a rischiare con tutti i nuovi prodotti che i mercati finanziari gli avessero messo via via a disposizione. ”Pensate come se foste i proprietari”, ripeteva sempre ai suoi collaboratori. [...]» (Alan Patarga, ”Il Foglio” 25/9/2008).