varie, 25 settembre 2008
BLANKFEIN
BLANKFEIN Lloyd Craig New York (Stati Uniti) 20 settembre 1954. Banchiere. Presidente e amministratore delegato di Goldman Sachs • «[...] stato più abile degli altri, perché ha capito in tempo (si dice così) che stava arrivando la catastrofe. [...] Fortune lo aveva classificato al terzo posto tra i 25 uomini più potenti d’America e al sesto tra i più pagati [...] aveva incassato 68 milioni di dollari tra bonus e stipendio. [...] Sono lontani i tempi del Bronx dove è nato [...] da un impiegato postale che non aveva abbastanza soldi per mantenerlo all’Università. Il ragazzo si fa strada a gomitate nelle scuole pubbliche, finché, nei primi anni Settanta, viene accettato a Harvard, con una borsa di studio che gli consente di essere ospitato nella Winthrop house, dove avevano alloggiato John e Ted Kennedy, Robert Oppenheimer, Robert Rubin, Ben Bernanke. Per il figlio di un postino è l’accesso all’élite, il passepartout per una brillante carriera di politico, uomo d’affari o entrambi. Democratico e liberal fin da ragazzo [...] non ha abbastanza di suo per buttarsi in politica e sceglie di farsi le ossa come avvocato d’affari. Finché, nel 1981 entra in Goldman e sale una scala dopo l’altra. Quando Paulson viene chiamato al Tesoro, nel 2006, la poltrona di presidente e amministratore delegato passa all’ex ragazzo del Bronx. Che, nel frattempo, ha esteso la rete relazionale composta da assegni e poltrone nelle fondazioni che fanno capo all’aristocrazia del danaro. un chip sulla carriera. Il suo predellino è la famiglia Rockefeller. Ma, poiché ricchezza e carità vivono in simbiosi nella mecca del ”capitalismo così come l’abbiamo conosciuto”, la Asia Society (creata da John Rockefeller III) non basta. Blankfein si getta con entusiasmo nella Fondazione Robin Hood, ”pioniera di una filantropia che abbraccia le forze di mercato”, secondo Fortune. [...] In due anni Blankfein è salito sugli altari e ha assaggiato la polvere. [...]» (Stefano Cingolani, ”Il Foglio” 25/9/2008).