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 2008  settembre 25 Giovedì calendario

Trapani Marcello

• Palermo 4 luglio 1969. Avvocato. Arrestato il 24 settembre 2008 • «Ufficialmente era l’avvocato difensore della famiglia Lo Piccolo – il capomafia Salvatore e i figli Sandro e Calogero, tutti in carcere – ma per il giudice che [...] l’ha fatto arrestare era un affiliato a Cosa Nostra. Per la quale svolgeva i compiti elencati nel lungo capo d’imputazione, che comprende fra l’altro l’accusa di aver fatto da loro prestanome per ”ingenti investimenti di capitali di origine illecita in un progetto edilizio a Chioggia”, un affare da otto milioni di euro; aver procurato un giubbotto antiproiettile a Calogero Lo Piccolo, che temeva per la sua incolumità; essersi interessato (insieme a Giovanni Pecoraro, arrestato anche lui [...] per concorso in associazione mafiosa) per far ”andare a buon fine alcune estorsioni dei Lo Piccolo nel settore degli appalti legati alla società Palermo Calcio”. Le indagini della Guardia di Finanza hanno ricostruito una serie di fatti che secondo il pool di cinque pubblici ministeri dimostra la ”natura extra-professionale, penalmente rilevante”, del [...] Trapani. Il quale, ogni tanto, quando incontrava nel suo studio legale Calogero Lo Piccolo (mentre padre e fratello erano ancora latitanti, e prima di essere nuovamente arrestato all’inizio del 2008), improvvisamente smetteva di parlare e comunicava scrivendo. Sospettava di essere intercettato, come in effetti era, ma non di essere anche ripreso da alcune micro telecamere. I fogli venivano poi strappati e gettati via, ma gli investigatori hanno recuperato i pezzetti tra l’immondizia e ricostruito i messaggi. Tra cui questo: ”Padova come è finita? Fammi sapere il tipo di investimento”, domandava Lo Piccolo jr, e Trapani rispondeva scrivendo: ”L’investimento non so ma lui parlava di 8 milioni di euro... Si faranno 80 appartamenti a Chioggia con guadagno ad appartamenti finiti, immediato perché vi sono già i compratori”. Replica di Calogero Lo Piccolo: ”Fammi sapere quali garanzie e informati tu come garantirci nell’operazione”. Per l’accusa questo e altri episodi, comportamenti e intercettazioni, dimostrano la partecipazione dell’avvocato agli affari illeciti dei Lo Piccolo. Come quando – sempre filmato dalle telecamere – ha consegnato a Calogero un giubbotto antiproiettile. Era il dicembre 2007, e secondo gli inquirenti Lo Piccolo jr. temeva i contraccolpi di una guerra di mafia allora latente. Ma il giubbotto poteva servire ”anche in operazioni illecite dell’organizzazione Cosa Nostra” e Trapani, accusano i magistrati, ”ben sa che Calogero Lo Piccolo ne fa parte pienamente e con un ruolo di rilievo”. Anche per questo [...] è finito in galera» (Gio. Bia., ”Corriere della Sera” 25/9/2008).