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 2008  settembre 24 Mercoledì calendario

l’Unità, mercoledì 24 settembre Palermo. C’è la casalinga separata che da giovane faceva la fotomodella e oggi «sto aprendo uno spiraglio per il futuro di mia figlia»

l’Unità, mercoledì 24 settembre Palermo. C’è la casalinga separata che da giovane faceva la fotomodella e oggi «sto aprendo uno spiraglio per il futuro di mia figlia». C’è il maresciallo dell’esercito ad un passo della pensione che in gioventù ha inviato le sue foto a un regista e oggi ha accompagnato suo figlio «perché non si sa mai: lui vuole fare l’accademia militare, ma nella vita si cambia». E c’è l’insegnante che odia le fiction, ritiene che sia solo un gioco e che non si debbano coinvolgere i bambini più di tanto, ma quando il cronista le chiede nome e cognome, rifiuta cortesemente. Sede Rai di Palermo, ore dieci di mattina, succursale di un sogno: quello delle telecamere per decine di bambini, ma soprattutto di mamme (un po’ come l’ambiziosa, e umanissima, Anna Magnani nel film di Visconti del ”51 Bellissima), e di (pochi) papà venuti per candidare il proprio figlio (o figlia) ad un posto d’onore nella fiction Agrodolce, la prima produzione interamente siciliana negli studi di Termini Imerese diretta da Giovanni Minoli. Mamme in tiro, truccate come se al casting dovessero andare loro, volti tesi, su cui è disegnata la speranza di dare una svolta alla propria vita, e i bimbi, allegri e casinari, che hanno perso un giorno di scuola per guardare da vicino uno studio televisivo e respirare per qualche minuto l’ebbrezza della celebrità. La società Einstein Fiction che realizza la serie e cura il casting ha pubblicato un annuncio sul Giornale di Sicilia, i genitori che hanno risposto sono alcune centinaia divisi in due giorni massacranti con orari pieni, dalle nove alle diciannove; ieri mattina erano quasi in duecento dentro il gabbiotto della Rai e sparsi, per mancanza di spazio, sul marciapiede di viale Strasburgo. Tutti ad aspettare «l’uomo delle stelle», Maurilio Mangano, il responsabile del casting, che insieme alla sua bionda assistente slovena ha selezionato in due giorni oltre 400 bambini. Sempre impegnato al cellulare Mangano non ha trovato il tempo per parlare con il cronista. Dalla produzione si è appreso che si è trattato di un provino «aperto»: il regista, cioè non cercava un particolare profilo ma voleva solo selezionare un bambino (o una bambina) dai 9 ai 13 anni per un’eventuale prossima serie di puntate, se l’auditel premierà Agrodolce, partita l’8 settembre e in onda alle 20.10 su Rai3. E a presentarsi sono stati in centinaia, tutti ad affollare ordinatamente il gabbiotto della sede Rai presidiata da due vigilantes, che raccoglievano i moduli di adesione e filtravano gli ingressi. Per Palermo, città in cui fino a pochi anni fa le produzioni cinematografiche si rivolgevano ad un’agenzia di pompe funebri in odore di mafia per trovare le comparse, è sicuramente un passo avanti. Per i sociologi è la conferma che nel futuro di gran parte dei palermitani la velina, la comparsa o il calciatore (tantissimi, quelli in erba, ieri mattina) occupano saldamente i primi posti nella graduatoria dei mestieri sognati per i figli. Con molte disillusioni: ad una mamma che preoccupata chiedeva che cosa facessero durante il provino «perché mia figlia è brava, ma non sa fare tutto…», un uomo ha risposto rude: «la faccia, signora, cercano la faccia…». Una considerazione che dovrebbe fugare i dubbi sulla presenza di raccomandati, che invece, ha aleggiato per tutta la mattina, trasmessa di bocca in bocca: «Li ho sentiti io chiamare al cellulare amici ed amiche nel palazzo della Rai ­ dice Daniela, mamma di Giulia ­ ad uno lo hanno fatto persino venire da casa, oggi era libero». Ma tant’è, pochi alla fine ci fanno caso. Non ci crede Loredana Cardinale, che può vantare un figlio «quasi professionista»: «Francesco ha già fatto pubblicità ­ dice mostrando un depliant dell’Olympus, il marchio di macchine fotografiche che si è portata appresso per mostrarlo al regista ­ lo hanno scelto per caso a Terrasini e le sue foto sono arrivate in Cina. Gli hanno dato 300 euro e un sacco di giocattoli». Lui guarda e annuisce, anche quando la mamma dice che a scuola è «negato»: poi si corregge, e aggiunge che «ci mette poco impegno», e che questa «è la sua grande occasione: la vita è solo una questione di fortuna». Il cinema è «di famiglia» per Gina Amodeo che con il marito Rosario Nicotra, impiegato, ha accompagnato i suoi due figli, Gianluca di 13 e Katia di 11: «Mio padre e mia madre hanno recitato nel film con Castellitto Il regista di matrimoni ­ dice la signora ­ ora ci provano loro. Non vogliamo impedire i loro sogni». Che rischiano di infrangersi contro un mondo corrotto come quello dello spettacolo, secondo l’opinione dell’impiegato comunale Roberto Imparato: «sono tanti quelli che ci speculano ­ dice ­ sul futuro di questi ragazzi sono in molti a fare soldi offrendo loro la prospettiva di facili guadagni in un mondo del tutto virtuale». Scusi, ma lei perché ha portato sua figlia? «Per farle vedere da vicino questo mondo ­ risponde ­ per farle fare un’esperienza di vita». E aggiunge: «ma se dovesse passare la selezione, sarei contento. So che guadagnerebbe quanto non riuscirei a fare io durante l’intera vita lavorativa». Marzio Tristano