Dagospia.it 23/9/2008, 23 settembre 2008
Ma c’è un altro personaggio che per il ruolo istituzionale ha peccato gravemente di zelo con eccessi verbali chiaramente suggeriti da chi vuole riportare nel grembo di Cai gli ultimi aneliti di Alitalia
Ma c’è un altro personaggio che per il ruolo istituzionale ha peccato gravemente di zelo con eccessi verbali chiaramente suggeriti da chi vuole riportare nel grembo di Cai gli ultimi aneliti di Alitalia. Vito Riggio, il presidente dell’Enac, che quando apre bocca tradisce le sue origini siciliane con un italiano incerto. nato 61 anni fa a Barrafranca in provincia di Enna e dopo un inizio accademico all’università di Palermo negli anni caldi delle rivolte studentesche, si è buttato in politica nella Dc insieme ai due amici del cuore, Sergio D’Antoni e Luigi Coccilovo. Come ha scritto anni fa Sergio Rizzo, il giornalista del ”Corriere della Sera” che ha fatto fortuna con il libro ”La Casta” e sogna la ”marcia dei 40mila” per salvare Alitalia, Vito Riggio e gli altri due erano chiamati ”fratelli Bandiera” per analogia con le sorelle Bandiera di Renzo Arbore. Poi il segaligno presidente di Enac ha preso la sua strada; è diventato parlamentare della Dc e nel governo Ciampi è stato anche sottosegretario alla Protezione Civile dove si è avvalso della febbrile consulenza di Pietro Lunardi, l’ex-ministro dei buchi esperto di gallerie. Ieri durante la conferenza stampa del povero Fantozzi che attraversa momenti di autentica angoscia, il siciliano di Barrafranca ha lanciato l’ultimatum dell’Enac, con la minaccia di ritirare entro due o tre giorni la licenza. In genere l’eccesso di zelo nasconde un disagio interiore, ma non è il caso di Riggio che con la sua sortita ha portato acqua al mulino del tandem Berlusconi-Colaninno e ha spiazzato gli stessi consiglieri dell’Ente per l’Aviazione Civile che lo accusano di parlare a titolo personale. Sembra infatti che non tutti la pensino come lui e come scrive oggi ”Finanza&Mercati”, Franco Pronzato, un manager ex-consulente di Bersani, vuole chiedergli conto di questo ultimatum dal sapore terroristico. In questo momento comunque Riggio non deve rendere conto ai suoi consiglieri. Per lui vale soltanto un perfetto allineamento con Palazzo Chigi che lo ha nominato al vertice dell’Enac nonostante le infelici battute che fece nel ”94 quando attaccò Berlusconi dicendo che l’Italia si era svegliata nella Seconda Repubblica con un partito-azienda.