Marco Tedeschi, l’Unità 23/9/2008, pagina 3, 23 settembre 2008
l’Unità, martedì 23 settembre Lufthansa, ancora Lufthansa. Il nome della potente compagnia aerea tedesca compare ad ogni pagina delle cronache di Alitalia
l’Unità, martedì 23 settembre Lufthansa, ancora Lufthansa. Il nome della potente compagnia aerea tedesca compare ad ogni pagina delle cronache di Alitalia. Sempre presente, una chimera a volte, un traguardo a portata di mano altre. Certo ambita, molto più ambita di Air France da una serie assai variegata di sostenitori, tra i quali i sindacati (Cgil in prima fila) ma anche alcuni partiti politici e soprattutto ”partiti politici” del Nord, che nell’alleato tedesco non hanno mai negato di vedere un sostenitore della causa ”settentrionale” o ”padana”, della causa di Malpensa (capolinea di una asse preferenziale di Berlino), contro Fiumicino. I contatti con Lufthansa sono stati frequenti negli ultimi mesi, molto spesso in modo informale, spesso tra i sindacati stessi, profittando del fatto che nel consiglio di gestione tedesco forte se non decisiva (per un potere di veto) è la rappresentanza sindacale (dura un sistema duale di governance, più o meno come fino a una settimana fa a Mediobanca). Contatti c’erano stati all’epoca del governo Prodi, proprio durante la trattativa con Air France, le cui proposte non avevano convinto i nostri sindacati e che forse avevano forzato la mano del dissenso sperando di poter contare sulla carta tedesca. Lufthansa non si era mai negata ufficialmente. Ufficialmente aveva sempre confermato interesse verso la compagnia di bandiera italiana. Ma non era mai andata oltre appunto alcune amichevoli dichiarazioni. Ancora poche ore fa, la portavoce tedesca Claudia Lange aveva semplicemente ricordato: ««Stiamo osservando gli sviluppi della situazione in Italia. Il mercato italiano è ovviamente uno dei più interessanti ma non rilasciamo commenti sugli ultimi sviluppi che stanno accadendo in questi giorni e in queste ore. E non posso dire se la nostra posizione è cambiata oppure no perchè non commentiamo le speculazioni di mercato». Sei mesi fa, in realtà, i tedeschi si fecero vivi con ben altri toni. L’ambasciatore a Roma, infatti, convocò in gran segreto i vertici sindacali italiani e comunicò che le speranze di un arrivo di Lufthansa erano ridotte a zero e per una ragione sicuramente inattesa: l’opposizione cioè dei sindacati tedeschi presenti nel consiglio di gestione. Insomma, la possibile alternativa ad Air France, caldeggiata dai sindacati italiani, cadeva per il no dei sindacati tedeschi. Difficile credere che, sei mesi dopo, ci abbiano ripensato, che, viste le sofferenze italiane, si siano orientati a rivedere le proprie posizioni. No, Lufthansa, impegnata peraltro sul fronte Austrian Airlines, sembra convinta dell’opportunità di rimaner fuori dall’affare Alitalia, anche perchè, comunque si risolva la questione ”tricolore”, ai tedeschi non mancherebbero rotte, passeggeri, incassi, proprio lavorando e riprogettando la propria presenza al Nord, tra Malpensa e gli altri scali. Insomma, salvo sorprese, la situazione sul fronte berlinese sembra irrimediabilmente definita. E sembra malamente definita anche quella italiana della Cai. La compagnia esiste ancora. L’offerta è quella che è. Il ragionier Colaninno sta guardando altrove e in particolare agli Stati Uniti dove questa settimana ha in programma una convention con i clienti Piaggio. Sembra davvero voler dimenticare i voli e i cieli, per tornare alle più rassicuranti (per i suoi bilanci) due ruote di terra ferma. Marco Tedeschi