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 2008  settembre 23 Martedì calendario

Corriere della Sera, martedì 23 settembre Washington. Le prime contee, in Virginia e Kentucky, hanno cominciato venerdì scorso

Corriere della Sera, martedì 23 settembre Washington. Le prime contee, in Virginia e Kentucky, hanno cominciato venerdì scorso. Da ieri possono farlo tutti i residenti nei due Stati, oltre a quelli della Georgia. Da oggi tocca all’Iowa, dal 30 si potrà votare in Ohio. Seguiranno Wisconsin, Florida, Nevada, Colorado, New Mexico e via continuando. Dimenticate «il primo martedì, dopo il primo lunedì di novembre», come prescrive la Costituzione americana, in questo caso il 4. L’elezione del presidente degli Stati Uniti è già cominciata. Il voto anticipato, parte di una strategia per aumentare l’affluenza alle urne, non è una pratica nuova. Ma non aveva mai avuto le dimensioni di quest’anno. Da 11 nel 2000, sono diventati infatti più di 30 gli Stati che ammettono l’early voting in persona o per posta. E gli esperti prevedono che alla data ufficiale, un terzo dell’elettorato (circa 40 milioni di persone) potrebbe aver già depositato o spedito la sua scheda. E se è vero che a votare in anticipo sono soprattutto i duri e puri, i fedelissimi dei due campi che nessun dibattito, nessuna sorpresa d’ottobre o nessuna clamorosa gaffe di uno dei candidati potrebbero spingere a cambiar casacca, la misura del fenomeno costringe le campagne di Barack Obama e John McCain a importanti aggiustamenti tattici. «Spazi pubblicitari, calendario dei candidati, lavoro porta a porta, precisazione del messaggio, tutto dev’essere adeguato a questo trend», spiega Ted Devine, uno stratega democratico. Così, la settimana del primo dibattito è diventata anche la settimana dei primi voti. Tanto più importante, in quanto riguarda Stati considerati in bilico, come la Virginia e l’Iowa. E ogni giorno sembra l’ultimo, obbligando i due candidati a combattere, mentre allo stesso tempo si preparano allo scontro diretto di venerdì prossimo, in Mississippi, dedicato alla politica estera. Nulla viene lasciato al caso. John McCain per esempio si è scelto per allenarsi uno sparring- partner afro-americano, il vice-governatore della Florida Michael Steele, incaricato di impersonare Obama sia nello stile retorico, che nei tic fisici. Brett O’Donnel, coach del candidato repubblicano, è preoccupato che il senatore dell’Arizona tenga a bada il suo celebre carattere focoso e non perda la calma. Gli ha anche consigliato di non indulgere troppo nel suo vocativo prediletto: my friends, amici miei. Ha il problema opposto Ron Klain, allenatore di Obama, il quale simula i dibattiti con il veterano Greg Craig, già «allenatore» di Bill Clinton: evitare che il suo protetto diventi troppo professorale e distaccato, o nasconda la sua passione dietro un atteggiamento zen. Anche la preparazione di Joe Biden e Sarah Palin al loro faccia a faccia del 2 ottobre è in pieno swing. Per evitare scivolate sessiste, il vice di Obama si allena con Jennifer Granholm, governatrice democratica del Michigan, anche lei come Sarah ex reginetta di bellezza e madre che porta i figli a fare sport. I repubblicani hanno invece qualche difficoltà a trovare uno sparring- partner efficace per la vice di McCain, qualcuno che abbia la stessa parlantina facile (e spesso eccessiva) di Biden, al quale il suo coach ha raccomandato appunto di «non parlar troppo». In vista dello scontro, Sarah Palin, che in Florida ha attirato una folla di 60 mila persone, battendo ogni record nella storia delle campagne repubblicane, riceve da domani a New York un corso accelerato di politica estera: in margine alla sessione inaugurale dell’Onu, incontrerà infatti Henry Kissinger e il leader afghano Hamid Kharzai. Paolo Valentino