Dagospia 22/9/2008, 22 settembre 2008
2 – FANTOZZI HA PAURA DELLA MAGISTRATURA – GIU’ LA LEHMAN E COLANINNO COLA A PICCO
I più preoccupati per la salute e il destino di Augusto Fantozzi sono gli 11 soci e i 29 collaboratori del magnifico studio romano di via Sicilia.
Per anni questi esperti di diritto e di finanza hanno lavorato ventre a terra in modo da costruire intorno all’ex-ministro viterbese, un’immagine perfetta. E così hanno fatto i colleghi degli altri studi di Milano, Bologna e Lugano dove Fantozzi dispone di una bella sede in via Lucchini.
Da parte sua il professore e tributarista non ha alcuna voglia di disintegrare per colpa di Alitalia un’onorata carriera che gli ha reso fama e quattrini. Per far questo adesso l’ex-ministro delle Finanze non esita a incrinare il piccolo capolavoro politico messo in piedi Berlusconi quando ha chiamato un imprenditore come Colaninno (vicino ai Ds dalemiani) e un tributarista come Fantozzi (vicino a Lamberto Dini), per chiudere la partita Alitalia.
Sembrava un’operazione perfetta, ma purtroppo accanto al Cavaliere dai capelli cremolati e al suo camerlengo Gianni Letta, si sono presentati pessimi protagonisti che hanno offerto uno spettacolo penoso. Primi fra tutti alcuni ministri del suo governo come Sacconi e Matteoli che hanno menato la danza con l’unico obiettivo di frantumare il fronte sindacale. Poi ci si è messo anche il Colaninno preoccupato per la tenuta della cordata e magari anche per l’implosione di quella Lehman Brothers che con l’amico Magnoni gli ha sempre trovato i quattrini.
Inutile aggiungere che pessimi si sono rivelati i leader sindacali sorridenti come Bonanni e autolesionisti come Epifani, quest’ultimo, spiazzato dalla fronda interna della Cgil e dalla casta dei piloti.
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Di fronte a questo spettacolo Fantozzi si è spaventato ed è stato inghiottito dalla paura. I collaboratori dei suoi studi in Italia e in Svizzera lo hanno messo in guardia dal rischio di rovinare la carriera e di essere massacrato dalla magistratura contabile dello Stato e da quella ordinaria.
Claudio Scajola
© Foto U.Pizzi
A spaventarlo sono state soprattutto le due lettere che un gruppo di giuristi e di economisti capeggiati da Pietro Schlesinger e Tito Boeri hanno inviato al ”Corriere della Sera”. Le loro argomentazioni sull’irregolarità della procedura lo hanno terrorizzato ben più delle urla che il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha lanciato in difesa dei 1.600 operatori che da Palermo gestiscono il call center di Alitalia.
La politica faccia la sua strada, io faccio la mia. Così ha risposto ieri pomeriggio il diniano Fantozzi ai giornalisti che lo interrogavano.
Erano le 18 e a quell’ora Massimo D’Alema usciva insieme alla moglie e alla cagnetta Lula per una passeggiatina nel quartiere Prati. Era tranquillo e sorridente perché la politica è cinica e dura mentre il diritto in Italia è terribilmente elastico.