varie, 22 settembre 2008
MAROTTA Gino
MAROTTA Gino Campobasso 1935. Artista • «[...] Celebre per le sue sagome leggere, colorate, trasparenti che hanno trasformato la plastica in un materiale prezioso [...] “[...] Io uso la plastica dal 1959, ma le sue possibilità non si sono ancora esaurite. La mia sfida 50 anni fa è stata quella di dare espressività a una materia che sembrava stupida, senza memoria ma rappresentava il nostro tempo. Ricordo che fu Giò Ponti a suggerirmelo perché io cercavo la trasparenza. Io sono soprattutto un curioso, vado tutte le volte a verificare. C’è una cosa che rivendico nel mio lavoro ed è l’onesta intellettuale di cercare tutte le volte di capire. In questo contesto, su questa strada nascono le mie opere che si identificano profondamente con me. Niente ha origine soltanto da una riflessione estetica; tutto nasce dall’interiorità”. Le sue immagini, esposte nei più importanti musei del mondo, sembrano figlie di un’unione che qualcuno potrebbe credere impossibile, tra l’euforia inventiva futurista e la visione sognante e sospesa della metafisica. “Infatti il mio lavoro si muove tra natura e artificio. E poi il Futurismo e Giorgio de Chirico sono la matrice del pensiero artistico contemporaneo. Purtroppo i pittori italiani sono sottostimati. Ci sono delle grandi responsabilità sia da parte degli addetti ai lavori che della politica. Abbiamo avuto critici come Argan, che ha confuso la sua storia personale con la Storia in senso più alto. E poi è scandaloso sentir dire ai politici che non si interessano d’arte. Certo a me è andata bene: ho incontrato figure come Franco Russoli, Lionello Venturi o Luigi Carluccio che mi ha invitato - giovanissimo - a Torino a una mostra fondamentale come ‘Francia-Italia Pittori d’oggi’. O collezionisti intelligenti come l’avvocato Agnelli, committente di un multiplo con una tigre colorata che ha regalato a personalità internazionali, dai capi di stato ai direttori di giornali. Oppure quello che nel 1969 ha comprato tutte le mie lamiere”. [...] Precursore anche dell’idea oggi così diffusa dello spazio-ambiente, già nel 1967 Marotta esponeva un bosco artificiale completamente abitabile. E poi ha lavorato in teatro con Carmelo Bene svolgendo “una trama drammaturgica con le immagini”. [...] “[...] Certe cose, come l’indifferenza dei musei di Roma verso gli artisti della mia generazione, mi rendono furioso, ma a vent’anni, con i miei quadri, potevo gia acquistare la mia prima Ferrari. E oggi so che ci sarà sempre la mia curiosità a permettermi di superare i momenti brutti, a farmi sentire vivo. Non è mica poco”» (Lea Mattarella, “La Stampa” 22/9/2008).