varie, 22 settembre 2008
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Gozzi Luigi
• Bologna 2 luglio 1935, 21 settembre 2008. Autore e regista teatrale • «[...] Due sono le imprese cruciali di Gozzi, la sua attività di insegnante al Dams [..] e la fondazione nel 1973 del Teatro delle Moline [...] un caso a sé stante: ciò che a Roma o a Napoli fioriva, una quantità di cantine o di teatri dediti alla sperimentazione, a Bologna rimase per molto tempo solitario. [...] i due spettacoli-bandiera di Gozzi, due piccoli capolavori della nostra drammaturgia e arte scenica. Entrambi dedicati a Freud, sono Il caso Dora e La doppia vita di Anna O. (che è di qualche anno dopo). Lo stesso Gozzi, che aveva esordito a Palermo nemmeno trentenne nel mitico convegno del Gruppo 63, e che si era voluto sottrarre all’idea che di quel gruppo facesse parte (ma mise in scena testi di Pagliarani e di Giuliani), lo stesso Gozzi in un’intervista mise mirabilmente a fuoco, a proposito degli spettacoli freudiani, il suo punto di vista: “Il modello al quale guardare è il divano psicoanalitico, un modello nel quale il mio interesse poteva coincidere con quello del pubblico, un punto di incontro tra ciò che mi interessa e ciò che può interessare chi mi sta a sentire”. Più tardi, Gozzi si allontanò da quell’esperienza, la allargò, cominciò ad elaborare una vera e propria teoria del Dramaturg, una figura in Italia sconosciuta. La sua intuizione, su cui lavorò nei decenni successivi, fu quella della rielaborazione di testi altrui, soprattutto classici. Difficile distinguere, in Gozzi, l’attività del regista da quella dello scrittore, o i testi originali dalle riscritture, tutto diventava autentica materia teatrale solo in scena nel corpo dell’attore [...] Per Gozzi vi è stata, per 35 anni, una collaborazione con la moglie Marinella Manicardi, che rende il suo teatro memorabile e prova tangibile delle sue teorie, elaborate al modo di un critico d’arte (così lui stesso di sé diceva) — fino agli spettacoli degli ultimi anni, con scrittori contemporanei come Carlo Lucarelli e Marcello Fois; fino al bellissimo Diario di una schizofrenica del 2004 [...]» (Franco Cordelli, “Corriere della Sera” 22/9/2008).