Giornali Vari, 1 settembre 2008
Anno V - Duecentotrentacinquesima settimanaDal 25 agosto al 1° settembre 2008Alitalia La soluzione adottata per il caso Alitalia è la seguente
Anno V - Duecentotrentacinquesima settimana
Dal 25 agosto al 1° settembre 2008
Alitalia La soluzione adottata per il caso Alitalia è la seguente. Martedì 26 agosto è stata creata una nuova compagnia, detta Compagnia Aerea Italiana, capitalizzata con un miliardo messo da sedici soci e destinata a comprare da Alitalia tutto ciò che serve: aerei, slot, diritti di volo, personale dipendente nei limiti del necessario, ecc. La vecchia Alitalia è stata affidata a un commissario, nella persona di Augusto Fantozzi, un commercialista-tributarista che fu già ministro di Dini e di Prodi una dozzina di anni fa. Fantozzi dovrà liquidare, cioè pagare i creditori e chiudere. Air One verrà fusa con la Nuova Alitalia e nel decreto che ha reso possibile la manovra è anche prevista una sospensione per sei mesi della normativa anti-trust: è necessario infatti che la Nuova Alitalia abbia il tempo di impossessarsi della rotta Milano-Roma, la più redditizia. Il decreto è stato concepito in modo da tener salva la Nuova Alitalia dalla Vecchia, e cioè in modo che, almeno teoricamente, i creditori della Vecchia Alitalia non possano rivalersi sulla Nuova. Che questo poi avvenga sul serio è naturalmente altra questione. I sedici soci avranno l’obbligo di tenere le azioni senza venderle per cinque anni. Essi sono: Roberto Colaninno tramite Immsi, gruppo Benetton tramite Atlantia, Gruppo Aponte, Gruppo Riva, Gruppo Fratini tramite Fingen, gruppo Ligresti tramite Fonsai, Equinox, Clessidra, gruppo Toto, gruppo Fossati tramite Findim, Marcegaglia, Bellavista Caltagirone tramite Acqua Marcia, Gruppo Gavio tramite Argo, Davide Maccagnani tramite Macca, Marco Tronchetti Provera e Intesa Sanpaolo. Quanto ai lavoratori, Berlusconi ha promesso che gli esuberi saranno meno di quelli previsti dal piano Air France e in ogni caso saranno tutelati per sette anni (quattro di cassa integrazione e tre di mobilità, durante i quali saranno ricollocati in qualche modo). I ministri Sacconi e Brunetta hanno smentito che una parte del personale eccedente venga piazzato in altre amministrazioni pubbliche o semi-pubbliche (tipo Demanio, Agenzia delle Entrate o Poste). Le nove sigle sindacali di Alitalia si erano dette contrarissime a questa ipotesi, che avrebbe significato la loro scomparsa. Il governo dice che senza un accordo con il sindacato non si fa nulla. Ma l’espressione ”non si fa nulla” significa in questo caso che Alitalia andrebbe alla rottamazione, cioè al fallimento senza speranza.
Imprenditori L’opposizione ha definito ”un pasticcio” il piano di salvataggio, articolato in un decreto legge di quattro articoli e in un disegno di legge di riforma della Marzano (la Marzano è la legge varata per Parmalat e che regola la ristrutturazione delle grandi aziende). Ma anche il Corriere della Sera (Giavazzi) e Repubblica (Scalfari) hanno attaccato. Un primo punto è se il governo abbia o non abbia fatto un grosso regalo ai sedici che hanno messo i soldi nella Nuova Alitalia. Giavazzi sostiene che c’è un rischio Europa e un rischio creditori. L’Europa potrebbe giudicare tutta l’operazione ”aiuto di stato” fortemente lesivo della concorrenza, bloccarla e farne pagare il fio alla Nuova Alitalia, cioè ai sedici sottoscrittori. In questo senso si è già espresso con molta durezza il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine: «un’operazione insolente contro il mercato e contro l’Europa». I creditori della vecchia Alitalia difficilmente troveranno soddisfazione da Fantozzi (le dismissioni non dovrebbero portare nelle casse della vecchia società più di un miliardo a fronte di debiti pari a due miliardi e mezzo) e si rivolgeranno allora al tribunale sostenendo per certo che, qualunque cosa sia scritto nelle leggi varate ad hoc, la Nuova Alitalia deve essere considerata la continuazione della Vecchia. Anche in questo caso i sedici soci potrebbero dover far fronte all’incombenza. Scalfari sostiene invece che Colaninno e soci (Colaninno, con 200 milioni, è l’azionista più importante e andrà alla presidenza) giocano sul velluto: entrerà un partner internazionale e i sedici venderanno benissimo la loro quota, sia che si tratti di Air France che di Lufthansa. Quest’ultimo dettaglio mostra che la pretesa difesa dell’italianizzazione della compagnia, reclamizzata da Berlusconi in campagna elettorale, s’è rivelata un’illusione. Air France e Lufthansa hanno manifestato interesse per un ingresso nella nuova società. L’operazione prevede una ridefinizione del sistema aeroportuale, con parziale ridimensionamento di Fiumicino, chiusura di Linate, trasformazione di tutto il sistema aeroportuale italiano in hub multi-punto, ecc.
New Orleans L’uragano Gustav, di forza 5, dopo aver toccato la Giamaica e Cuba facendo ottanta mortil, si dirige su New Orleans, che tre anni fa fu devastata da Katrina (1800 morti), e mette a repentaglio quattro stati americani, tra cui il Michigan, dove si svolge la convention repubblicana. L’evento che deve incoronare McCain (Obama è stato ufficialmente nominato a Denver la settimana scorsa) ha un tratto perso di peso, a causa del ciclone in arrivo: Bush e Cheney non andranno a St Paul e lo stesso McCain ha annunciato che potrebbe addirittura sospendere i lavori. Tanto il suo colpo di teatro lo ha già fatto: nominare candidata vice-presidente Sarah Palin, 44 anni, cacciatrice di alci, antiabortista (non ha rinunciato al quinto figlio, benché down), favorevole alla pena di morte, religiosissima e decisa sostenitrice del diritto di portare armi e, se necessario, difendersi da sé. La nuova star della politica americana (anche avvenente: Vogue l’ha fotografata un anno fa) è governatore dell’Alaska, dove gode del 90 per cento dei consensi. Benché quasi priva di esperienza, è dunque percentualmente il politico più amato d’America.
Prodi Panorama ha stampato intercettazioni telefoniche in cui si sente Prodi, nella sua veste di presidente del Consiglio, che si dà da fare in favore di familiari e in particolare di un consuocero che cerca di ottenere finanziamenti dalla Regione Emilia-Romagna. Gli intercettatori sono i magistrati della Procura di Bolzano, al lavoro su un caso del 1993: la vendita dell’Italtel alla Siemens, operazione realizzata dallo stesso Prodi all’epoca presidente dell’Iri. Le intercettazioni, imbarazzanti in ogni caso perché rivelano l’inclinazione nepotistica dell’ex premier, sono state subito sfruttate dal centro-destra per rilanciare la richiesta di una legge che le proibisca. Berlusconi e gli altri hanno espresso solidarietà a Prodi. Prodi - per dir così - non è caduto nella trappola (oltre tutto Panorama è il giornale di famiglia): «Che le intercettazioni siano senz’altro diffuse, non contengono nulla e si lasci lavorare la magistratura».
Gheddafi Sabato 30 agosto Berlusconi è andato a Bengasi per incontrare Gheddafi e consegnargli un assegno di cinque miliardi di euro (da incassare in 25 anni), col quale si dovrebbe chiudere la questione dei danni provocati al tempo della colonizzazione. L’Italia costruirà un’autostrada che collegherà il paese dal confine egiziano a quello tunisino, sminerà alcune aeree e costruirà edifici. Gheddafi si sarebbe impegnato a bloccare il flusso migratorio africano che passa preferibilmente per la Libia. Il premier ha portato in dono al colonnello la Venere di Cirene.
Scuola Il ministro Gelmini ha disposto per decreto che: tornino a scuola i voti numerici (da uno a dieci), il voto di condotta faccia media e il 5 in questa materia provochi la bocciatura, si studino Costituzione, codice della strada e ambiente. Nell’ambito della Finanziaria sarà poi varato un ”Piano programmatico della scuola” in cui si tornerà al maestro unico nelle elementari, si favorirà la reintroduzione di una divisa scolastica e si porranno limiti alle ristampe dei manuali (3-5 anni). Polemiche anche per l’adozione del decreto-legge (strumento costituzionale teoricamente destinato solo ad affrontare le emergenze). I sondaggi dànno però ragione al ministro.