Sergio Bocconi, Corriere della Sera 19/9/2008, pagina 33, 19 settembre 2008
Corriere della Sera, venerdì 19 settembre Mediobanca abbandona la governance con doppio vertice, ma il governo societario approvato ieri rappresenta un «modello unico» e per Piazzetta Cuccia inizia una fase nuova
Corriere della Sera, venerdì 19 settembre Mediobanca abbandona la governance con doppio vertice, ma il governo societario approvato ieri rappresenta un «modello unico» e per Piazzetta Cuccia inizia una fase nuova. Crescita, posizione nei mercati domestico e internazionali, partecipazioni: rappresentano obiettivi, sfide e nodi sui quali dovrà misurarsi la più importante banca d’affari italiana. Punto di partenza, oggi, è proprio il modello unico di governance che sarà sottoposto all’assemblea del 28 ottobre. E che rappresenta il risultato di un confronto fra il presidente Cesare Geronzi e l’amministratore delegato Alberto Nagel avviato circa un mese fa con «pronostici» a dir poco sfavorevoli: dal muro contro muro si è arrivati a una soluzione condivisa che probabilmente nessuno all’inzio aveva messo in conto. La «nuova» Mediobanca sarà governata da un consiglio di amministrazione nel quale sono presenti i cinque top manager e un comitato esecutivo nel quale i dirigenti sono in maggioranza. Ciò in teoria può garantire equilibri che per certi versi sembrano preservare alcune caratteristiche del precedente modello dualistico. Il governo societario però non è un modello astratto ne è importante per sé. A questo punto l’attenzione del mercato è dunque concentrata sì sulla nuova governance, ma come partenza per la definizione (o ridefinizione) di una «missione » della banca d’affari, che conserva la doppia anima di merchant bank e holding di partecipazioni. E proprio sul tema della gestione delle partecipazioni strategiche, Generali, Rcs e Telco-Telecom, si è concentrato l’ultimo confronto: composizione e poteri del comitato nomine, che delibera sulle candidature di queste società, rappresentano un tema importante e la soluzione è stata definita al fotofinish, quando il «cantiere» sulla governance era quasi praticamente chiuso. Geronzi a più riprese ha fatto capire che Mediobanca dovrà confermare, o meglio rafforzare, la posizione di «centro » di un sistema, che un tempo veniva definito la «galassia» e che certo in questi ultimi anni ha registrato una ridefinizione del perimetro. In particolare il presidente di Mediobanca ha mostrato di voler intervenire sul governo delle Generali, partecipazione che da sola vale oggi oltre la metà della capitalizzazione dell’istituto. Senza, a suo dire, entrare di persona nel board triestino, possibilità negata dal sistema dualistico ma non dal modello tradizionale. Il tema del legame con Trieste va letto però anche sotto un altro profilo di «mission »: che ruolo vuole avere nel Paese Mediobanca? Geronzi sostiene che l’istituto ha sempre giocato al centro del sistema e non può «emarginarsi». Ciò significa dunque partecipare alla partita Telecom (con la doppia quota detenuta in modo diretto e attraverso Generali), che avrà già nelle prossime settimane sviluppi importanti e di «sistema». E, Geronzi non lo ha mai negato, può anche voler dire non restare fuori da dossier significativamente «politici» come Alitalia. La sfida forse più immediata però per Piazzetta Cuccia attiene alla sua «tradizionale » anima di banca d’affari. Una sfida che l’istituto può affrontare sulla base dei risultati record confermati anche in questo «anno orribile» che ha visto i big internazionali crollare o comunque subire fortissimi ridimensionamenti. Ciò significa intervenire su quote di mercato «perse» dai concorrenti anzitutto sul perimetro domestico. E allargare la propria influenza grazie proprio anche alla solidità dimostrata. In questo senso Piazzetta Cuccia potrà avvalersi dell’esperienza del proprio team guidato da Alberto Nagel (che in questi anni ha «prodotto» un aumento rilevante di utili e dividendi) e anche di nuove fonti di raccolta come quella offerta dal network retail Chebanca! Ma la crescita dovrà aver luogo anche, e forse soprattutto all’estero. Piazzetta Cuccia ha aperto diverse sedi proprie (in Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e un ufficio di brokeraggio a New York) e ora Geronzi sembra spingere per un salto attraverso un’acquisizione. Opportunità potrebbero in teoria non mancare nei prossimi mesi. Ma in Piazzetta Cuccia sanno bene che, soprattutto in periodi come l’attuale, occorre indirizzare l’attenzione solo verso asset «sani». Sergio Bocconi