Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  settembre 19 Venerdì calendario

Ilaria, 8 anni. Torinese, operata un anno fa al cuore per una malattia congenita ma perfettamente guarita, era la figlia desideratissima, arrivata dopo dodici anni di matrimonio, di Lorella Magnano, postina, 46 anni, «educata, simpatica e solare», e di Matteo Gliatta, 48 anni, direttore alle Poste di Abbadia di Pinerolo, «silenzioso e introverso ma molto garbato», stressato e depresso al punto che due anni fa aveva cercato di uccidersi coi sonniferi e da allora in cura con gli psicofarmaci

Ilaria, 8 anni. Torinese, operata un anno fa al cuore per una malattia congenita ma perfettamente guarita, era la figlia desideratissima, arrivata dopo dodici anni di matrimonio, di Lorella Magnano, postina, 46 anni, «educata, simpatica e solare», e di Matteo Gliatta, 48 anni, direttore alle Poste di Abbadia di Pinerolo, «silenzioso e introverso ma molto garbato», stressato e depresso al punto che due anni fa aveva cercato di uccidersi coi sonniferi e da allora in cura con gli psicofarmaci. Costui, l’altra mattina alle 8, come d’abitudine uscì dalla villetta bianca a Torre Pellice dove viveva con la famigliola e accompagnò la bimba alla Scuola Mauriziana, però alle 10 tornò indietro, chiese alla preside di far uscire la figlia perché «la nonna ha avuto un incidente stradale», lei credendolo «normale come sempre» lo accontentò e poi vide i due che s’allontavano mano nella mano prima di salire in auto. L’uomo però, imboccata la via dei boschi, a un certo punto disse a Ilaria di scendere dalla macchina, tirò fuori una Beretta 7.65 non denunciata, le sparò alla testa, la prese in braccio e l’adagiò cadavere, indosso il grembiulino rosso, nel portabagli accanto allo zainetto con i libri. Quindi tornò in paese, verso le 10.30 raggiunse l’ufficio della moglie, con la stessa scusa fece salire in macchina pure lei, arrivato nel bosco dove aveva ucciso la figlia sparò nel petto della consorte, subito dopo si puntò l’arma alla tempia e fece fuoco (lui è in coma col cranio perforato, la donna, ferita al polmone, è sotto choc). Mattina di giovedì 18 settembre nei boschi intorno a Torino.