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 2008  settembre 18 Giovedì calendario

ÁLVAREZ DE TOLEDO Y MAURA María Luisa Isabel Estoril (Portogallo) 18 agosto 1936, Sanlúcar de Barrameda (Spagna) 7 marzo 2008 • «L’aristocratica con il lignaggio più antico di Spagna [

ÁLVAREZ DE TOLEDO Y MAURA María Luisa Isabel Estoril (Portogallo) 18 agosto 1936, Sanlúcar de Barrameda (Spagna) 7 marzo 2008 • «L’aristocratica con il lignaggio più antico di Spagna [...] duchessa di Medina Sidonia e imparentata con gli Aragona-Moncada siciliani. Il suo albero genealogico, che inizia nel 1256, lascia a bocca aperta: 2 volte Grande di Spagna, 2 volte principessa, 2 duchessa, 6 volte contessa, 2 marchesa, 3 baronessa. Eppure la vulcanica nobildonna [...] è nota per essere la duchessa rossa, per via della sua fede politica nettamente di sinistra. María Luisa è stata in galera durante la dittatura franchista ed è una pervicace repubblicana. Non solo: grazie al suo archivio storico privato, il più importante d’Europa, ha scritto un libro (messo all’indice in patria) in cui sostiene che l’America è stata scoperta secoli prima del 1492. La storia della duchessa rossa è da film. Nata ad Estoril, ma andalusa di San Lúcar di Barrameda (Cadice), figlia da parte di madre di una delle più illustri famiglie politiche dell’epoca, i Maura (il bisnonno è stato 5 volte premier), la ”duquesita”, come la chiamano i suoi concittadini, divorziata e madre di 3 figli, si fa subito notare sotto il tallone di ferro franchista. Nel ”66 c’è l’incidente nucleare di Palomares, quando da un bombardiere Usa cadono in mare 3 bombe atomiche e lei sostiene (a ragione) che l’area è contaminata. Organizza una manifestazione di protesta a Madrid. Il regime la sbatte in galera per 8 mesi. Era l’anno in cui Franco nomina Juan Carlos [...] suo erede a titolo di re ed il New York Times stigmatizza: ”Il titolo più antico in carcere, il più moderno erede al trono”. Quando Doña Isabel esce, scrive articoli incendiari su Sabado Grafico e poi si rifugia in Francia, fino al ”76. Tornata nella sua San Lucar, l’aristocratica che celebra conferenze repubblicane nel suo meraviglioso palazzo di 14.500 metri quadrati, organizza l’archivio di famiglia nella stessa sontuosa dimora abitata dal capostipite, Alonso Pérez de Guzman. La gioia di ogni bibliofilo: 6.224 di plichi originali e 6 milioni di documenti, il più vecchio dei quali è datato 1.128. E scrive libri. Prima romanzi. Poi di storia, anche se la sua agente letteraria, la mitica Carmen Balcells (la scopritrice di García Márquez, di Vargas Llosa), la sconsiglia. Ma la duchessa rossa tira dritto. La sua schiettezza e le sue tesi ardite le causano l’ostracismo di tutti gli editori spagnoli e dei media. La ragione? La nobildonna, abituata ad andare controcorrente, scrive nel ”92 África versus América. Una bomba nucleare contro l’orgoglio dei Conquistadores, la scoperta delle Americhe: alla fine del Quattrocento la Spagna commerciava con l’America, concretamente col Brasile, da due secoli, da cui aveva già importato alimenti come il mais. Ma c’è di più: nel 1492 Isabella la Cattolica, dopo aver perso col Portogallo gli sfruttamenti africani nel 1479, ordina di salpare a Colombo. E ordina agli abitanti di Palos di mettersi agli ordini del genovese ”per un viaggio di 6 mesi andata e ritorno”. ”Sbaglia solo di 15 giorni la durata del viaggio”, nota l’aristocratica che ha catalogato e letto tutti i documenti del suo archivio. Ma allora perché ritardare il 1492 per annunciare la scoperta? ”Perché la regina aspettò che il suo amico, il cardinale Rodrigo Borgia, diventasse Papa Alessandro VI, per farsi aggiudicare, come avvenne, le terre americane”. Un thriller politico, insomma. Anche perché la Duchessa rossa asserisce che Carlos V ordinò, nel 1536, di distruggere tutte le mappe. Ma Doña Isabel ne ha trovata una di Juan de Cosa, del 1.500, in cui si vedono i profili del golfo del Messico e della Florida, ufficialmente sconosciuti in quell’anno. Chi è che ordisce il muro di silenzio contro l’aristocratica? ”Il palazzo della Zarzuela, cioè Juan Carlos [...]. Io sono repubblicana convinta. Primo perché in questa democrazia chi comanda è lui, e non può essere che eleggiamo un premier che poi deve sottostare alla monarchia. Poi perché considero che la condotta pubblica, economica ed etica di membri della famiglia reale è al di fuori della legge”. La ”duquesita”, ostinata, si vendica vendendo direttamente i suoi libri e pubblicandoli online. ”Pago le mie tesi anche col fatto che nessuna istituzione pubblica mi ha mai aiutato nel finanziare l’archivio”, lamenta la nobildonna che, per sopportare la spesa di 300 mila euro annuali, affitta come un hotel parte del suo palazzo. Politicamente, è sempre ”roja”. ”Zapatero è il miglior premier che abbia avuto la Spagna. [...]» (Gian Antonio Orighi, ”La Stampa” 5/1/2008).