Giordano Stabile,Tuttoscienze 17/9/2008, pagina 17, 17 settembre 2008
Tuttoscienze, mercoledì 17 settembre Ma che ci siamo andati a fare sulla Luna? Il cinico che guarda con distacco le imprese degli astronauti e al romanticismo dei patiti delle conquiste spaziali dovrebbe far due conti
Tuttoscienze, mercoledì 17 settembre Ma che ci siamo andati a fare sulla Luna? Il cinico che guarda con distacco le imprese degli astronauti e al romanticismo dei patiti delle conquiste spaziali dovrebbe far due conti. La colonizzazione spaziale ha costi enormi, e praticamente tutti sulle spalle del contribuente, ma è anche un volano di sviluppo economico e tecnologico senza pari. Se non fossimo andati sulla Luna, molto probabilmente non avremmo a disposizione i telefonini e la tv via satellite, la chirurgia al laser e microscopi per analizzare il Dna. E forse neppure le tute per gli atleti olimpici, le scarpe da ginnastica ammortizzate ad aria o gli occhiali infrangibili Ray-Ban. Sono decine le tecnologie sviluppate per superare gli enormi ostacoli posti dall’esplorazione oltre la Terra: uno sforzo che ha avuto ricadute insospettabili sulla vita quotidiana. Scarpe da tennis ammortizzate L’idea di usare l’aria come ammortizzatore fu applicata per la prima volta all’inizio degli Anni Ottanta per i caschi degli astronauti, che venivano sottoposti a spaventose accelerazioni alla partenza dei razzi. Un ex ingegnere della Nasa, Frank Rudy, pensò di applicare la tecnologia alle scarpe da ginnastica della Nike. Progettò un suola vuota da riempire con materiale armonizzante per ridurre gli urti durante la corsa. L’imbottitura era formata da cuscinetti d’aria collegati tra loro. Risultato: le Nike Air. Bombole per i pompieri Prima della conquista dello spazio erano così pesanti che i vigili del fuoco preferivano affrontare gli incendi senza ossigeno. Nel 1971 la Nasa sviluppò il «life-support system» per le passeggiate degli astronauti sulla Luna. Una delle necessità più impellenti delle missioni Apollo era la riduzione del peso dei materiali. Le bombole degli astronauti, alla fine, risultarono più leggere di due terzi rispetto a quelle fino ad allora esistenti. Quattro anni dopo debuttò il primo «life-support» studiato apposta per i pompieri. Pillola per le analisi Gli astronauti delle missioni Apollo ingoiavano una pillola trasmittente che comunicava dati a Terra su temperatura corporea e pressione del sangue. Con lo sviluppo delle nanotecnologie ora si punta a microrobot per monitorare lo stato dell’organismo in atleti, ammalati e donne incinte. Pannelli solari I cristalli di silicio sviluppati in laboratorio per trasformare la luce solare in elettricità sono stati messi a punto per lo Shuttle all’inizio degli Anni Ottanta. I miglioramenti nella tecnologia al silicio hanno consentito la produzione di pannelli solari fino a tre volte più efficienti. Lo sviluppo dell’energia solare ha conosciuto da allora una crescita esponenziale in tutto il mondo. Occhiali anti-schegge Uno dei problemi da superare per le passeggiate spaziali erano gli urti con le microparticelle che viaggiano a decine di migliaia di chilometri all’ora e hanno la potenza di un proiettile. Per le visiere dei caschi degli astronauti la Nasa sviluppò una speciale fibra di carbonio con resistenze simili a quelle di un diamante. Nel 1998 Ray-Ban le adottò per occhiali da sole da sport estremi. Poi fu adottata anche per gli occhiali anti-scheggia dei soldati. Le alette degli aerei Quelle verticali («winglet») alla fine delle ali facilitano la fase del decollo, fornendo una spinta addizionale in avanti. Vennero sviluppate al Langley Research Centre della Nasa negli Anni Settanta per il progetto di navetta spaziale che poi sarebbe diventato lo Shuttle. Gli aerei civili adottarono rapidamente le «winglet». Il risultato? Un sensibile incremento delle loro prestazioni. Latte per bambini Uno studio su alcuni tipi di alghe finalizzato alla produzione di ossigeno nello spazio ha avuto una inaspettata ricaduta. La Nasa ha scoperto che contengono acidi grassi essenziali per la crescita dei bambini, gli stessi presenti nel latte materno. I grassi ricavati dalle alghe sono ora aggiunti regolarmente nel latte artificiale per renderlo più simile a quello materno. Chirurgia al laser Laser ad altissima precisione sono stati sviluppati dalla Nasa per studiare l’atmosfera terrestre negli Anni 60. La spinta dei progetti spaziali portò a un salto nella precisione dei laser che è stato poi sfruttato in chirurgia. Oggi i laser sono bisturi infinitamente più precisi di quelli meccanici e vengono sfruttati soprattutto nelle operazioni agli occhi e alle coronarie. Analisi del cromosoma La tecnologia «image-processing» della Nasa è una delle più proficue ricadute degli studi dell’ente spaziale americano. In origine serviva a migliorare al computer la qualità delle immagini inviate dalle sonde, in modo da ottenere gli stessi risultati con strumenti meno potenti e pesanti. Una delle applicazioni più importanti è stata con i super-microscopi elettronici che hanno permesso di decodificare la sequenza del Dna di varie specie animali e vegetali, quella umana compresa. Diodi Led I «light-emitting diode» fecero il loro debutto in un esperimento condotto sullo Shuttle e mirato alla crescita delle piante nello spazio. Oggi diodi portatili vengono utilizzati per curare dolori muscolari e articolari, artriti e anche per accorciare i tempi di recupero degli atleti. La prossima applicazione potrebbe essere nei trapianti di midollo spinale, accelerando la riproduzione dei globuli bianchi. Costumi super Anche dietro gli emozionanti record mondiali di Phelps e degli altri uomini e donne squalo dell’Olimpiade di Pechino c’è il contributo della Nasa. Per rendere le tute spaziali più aerodinamiche gli ingegneri impegnati nella corsa allo spazio inventarono negli Anni Settanta delle micro-scanalature invisibili. Poi sono state adottate per i super-costumi dei nuotatori. Che ora hanno permesso un miglioramento generalizzato delle prestazioni in vasca, come si è visto agli ultimi Giochi olimpici. Giordano Stabile