varie, 17 settembre 2008
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ALMIRN SENA Rodolfo Eduardo Puerto Bermejo (Argentina) 17 febbraio 1936. Ex poliziotto. Arrestato il 28 dicembre 2006
ALMIRN SENA Rodolfo Eduardo Puerto Bermejo (Argentina) 17 febbraio 1936. Ex poliziotto. Arrestato il 28 dicembre 2006. «La lunga fuga di Eduardo Almirón Sena si è conclusa come quella di Erich Priebke: due giornalisti che bussano alla porta, un’intervista pubblicata su un giornale, la macchina della giustizia che si mette rapidamente in moto. Il leggendario capo della ”Triple A”, il terrorismo di Stato argentino degli anni di Isabelita Perón, è stato catturato [...] dalla polizia spagnola a Torrent, periferia di Valencia, poche ore dopo che da Buenos Aires era stato trasmesso all’Interpol un mandato di cattura internazionale. Il giudice federale Norberto Oyarbide definisce ”crimini contro l’umanità” quelli di cui è accusato Almirón ed esclude quindi, anche se sono trascorsi più di trent’anni, che i reati possano essere caduti in prescrizione. Il ”boia di Stato” agli ordini di José Lopez Rega, sinistro uomo forte del fallimentare governo di Isabelita, anticamera della dittatura militare, è considerato responsabile diretto di quattro omicidi politici eccellenti compiuti nel 1974: quelli del capo della polizia di Buenos Aires Julio Tomás Troxler, del deputato Rodolfo Ortega Peña, del professore universitario Silvio Frondizi e di suo genero Luis Angel Mendiburu. Ma, come capo militare della ”Triple A”, l’Alleanza anti-comunista argentina creata per sterminare gli oppositori di sinistra, Almirón ha sulla coscienza la morte di un migliaio di persone. Su questo massacro, precedente alla ”guerra sporca” che tra il 1976 e l’83 si concluse con 30mila ”desaparecidos”, potrebbe essere chiamata a dichiarare la stessa Maria Estela Martinez de Perón. ”Isabelita”, come è conosciuta con il suo nome da ballerina, vive a Madrid nel completo anonimato dal 1980. Con Juan Domingo Perón aveva vissuto anni d’esilio nella capitale spagnola prima di rientrare a Buenos Aires per l’ultima, disastrosa avventura politica: alla morte del generale, che l’aveva nominata vice - presidente, ne assunse i poteri ma fu da subito ostaggio dei settori più reazionari, controllati da Lopez Rega. L’allora ministro del ”benessere sociale”, in realtà responsabile diretto della repressione, non aspettò il golpe per lasciare il paese: nel 1975, sull’onda della protesta popolare, lasciò il governo e fu mandato da Isabelita a Madrid come ”ambasciatore plenipotenziario”. Al suo seguito, partì anche Eduardo Almirón. Che per anni riuscì a nascondere il suo passato, lavorando come guardia del corpo di Manuel Fraga Iribarne, ex ministro di Francisco Franco, all’epoca leader del partito di destra Alianza Popular. Ma nel 1983 venne localizzato da un giornalista del settimanale ”Cambio 16” e fu costretto a lasciare il suo impiego [...] due giornalisti del quotidiano ”El Mundo” lo hanno rintracciato dopo lunghe ricerche vicino a Valencia. A 70 anni, nega in un’intervista qualunque responsabilità nei crimini dei quali è accusato. Ma la giustizia argentina non aveva mai archiviato il ”dossier” su uno dei più pericolosi boia nazionali» (Alessandro Oppes, ”la Repubblica” 29/12/2006).