Tommy Cappellini, il Giornale 16/9/2008, pagina 29., 16 settembre 2008
Scrittori che non dormivano: Balzac, messo alle strette dai creditori e dalla volontà di arricchirsi per sposare Eva Hanska, di notte lavorava, spesso accompagnato da potenti miscele di caffè
Scrittori che non dormivano: Balzac, messo alle strette dai creditori e dalla volontà di arricchirsi per sposare Eva Hanska, di notte lavorava, spesso accompagnato da potenti miscele di caffè. Autentico insonne era invece Franz Kafka, che scriveva sui suoi diari: «Domenica 19 luglio 1910: dormito, destato, dormito, destato. Vita miserevole. 21 luglio: non posso dormire: soltanto sogni e niente sonno. 2 ottobre. Notte insonne. Già la terza in fila». Nabokov, di notte spesso sveglio, negli appartamentini dove alloggiava «sotto un’anziana signora dai piedi di pietra e sopra una giovane donna dall’udito sensibile». Trascorreva le ore buio inventando problemi di scacchi e scrivendo (un suo commento all’insonnia: «La notte è un gigante»). Hemingway alle quattro e mezzo del mattino si alzava, prendeva un tè corretto con gin e iniziava a scrivere, in piedi. Rainer Werner Fassbinder in tredici anni girò 43 film, uno ogni cento giorni, usando tutte le sue energie e stravolgendo i ritmi di giorno e notte. Ripeteva: «Dormirò quando sarò morto». La moglie lo trovò stecchito sul letto da un’overdose, forse un suicidio, davanti al videoregistratore acceso, a 37 anni.