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 2008  settembre 17 Mercoledì calendario

Ali Tariq

• Lahore (Pakistan) 21 ottobre 1943. Politologo. Scrittore • «[...] Figlio di comunisti pakistani, laureato a Oxford, a lungo trotzkista [...] è uno dei direttori della New Left Review, la rivista della sinistra radicale britannica, e di mestiere fa il politologo, non il romanziere. Ma con i romanzi ha avuto un sorprendente successo internazionale ed è riuscito a contribuire all’infuocato dibattito su Islam, terrorismo, conflitto di civiltà, raggiungendo un pubblico molto più vasto di quello dei suoi saggi. [...] “Un giorno, dopo la prima guerra del Golfo, quella del ’91, vidi alla Bbc un tizio che sosteneva che il popolo arabo non ha alcuna cultura politica. Mi fece rabbia. Poi mi fece riflettere. Dove, come, quando, l’Islam aveva cominciato a deteriorasi a tal modo? Avevo letto qualcosa sul regno di Isabella e la fine dell’epoca islamica in Spagna. Andai a Grenada, ci restai tre mesi, incontrai accademici e intellettuali. Ero partito per scrivere un pamphlet, tornai con talmente tante storie che finii per scrivere un romanzo [...] Quando venne pubblicato questo, Edward Said, il grande critico letterario palestinese, mi disse che gli era piaciuto moltissimo e che non potevo fermarmi. Ricordo bene le sue parole: ‘Tariq, devi raccontare in forma di romanzo tutta la storia dell’Islam’. Gli ho dato retta e ho pensato a un quintetto islamico [...] Il secondo romanzo era sul Saladino, unico leader capace di unificare le masse arabe, dopo non è più successo, sebbene l’egiziano Nasser ci sia andato vicino; e il co-protagonista era il suo segretario, un ebreo. È il mio unico libro tradotto in ebraico. Il terzo romanzo era sull’Impero Ottomano. Il quarto sugli arabi in Sicilia [...] Il quinto ce l’ho in testa, ma non l’ho scritto. È ambientato nel mondo d’oggi. È il più difficile. Ma prima o poi scriverò anche quello […]”» (“la Repubblica” 31/3/2007).