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 2008  settembre 17 Mercoledì calendario

«L´arte», disse Damien Hirst nel 1999, «accade nella tua testa. Ti penetra da ogni dove, è la tua risposta a ciò che ti circonda»

«L´arte», disse Damien Hirst nel 1999, «accade nella tua testa. Ti penetra da ogni dove, è la tua risposta a ciò che ti circonda». Così dunque il più famoso membro della BritArt, il fenomeno degli anni 90, definì l´arte, la propria e quella degli altri artisti facenti parte del vago movimento inglese del quale è capofila. Dal punto di vista dei critici quella della BritArt non è affatto arte: l´influente critico d´arte Brian Sewell ha detto che «un pesce imbalsamato appeso sulla porta di un pub è più vicino all´arte». Ma il suo successo in termini economici - come abbiamo constatato questa settimana, con le vendite da Sotheby´s di tutte le sue opere degli ultimi due anni che hanno toccato complessivamente i 110 milioni di sterline - non si discute. L´arte di Hirst, si potrebbe dire, ha raggiunto la stratosfera artistica e finanziaria: è senz´altro l´artista vivente più pagato al mondo. Nato in una famiglia modesta e a pezzi, Hirst ha vissuto una giovinezza turbolenta, senza inclinazioni apparenti. Benché avesse una certa predisposizione per il disegno, ha avuto risultati deludenti negli esami di arte e in un primo tempo non è stato ammesso alla facoltà di arte. Tuttavia la fortuna lo ha lambito assai presto: la sua costante sperimentazione di nuove forme di arte gli valse nel 1990 l´attenzione di Charles Saatchi, che ne aveva ammirato le opere in una mostra presso il Goldsmith´s college. Saatchi - che arrivò in un magazzino riconvertito in galleria d´arte a bordo di una Rolls Royce - rimase profondamente colpito e affascinato dall´ultima installazione di Hirst, una grossa teca di vetro contenente larve e mosche che si nutrivano di una testa bovina in putrefazione. Il titolo dell´opera è Un millennio. Il suo interesse per immagini connesse alla morte (da studente aveva lavorato anche in un obitorio) andò avanti: tra le sue opere più celebri c´è uno squalo sospeso in una teca di vetro piena di formaldeide che si intitola L´impossibilità fisica della morte nella mente di un vivo. L´opera che in assoluto gli ha fatto guadagnare di più è un teschio del 2007 ricoperto di diamanti, pagato 15 milioni di sterline e intitolato Per l´amore di Dio. Quantunque i tradizionalisti l´abbiano biasimato, i suoi amici della BritArt ne ammettono la superiorità creativa. Tracey Ermin - anch´essa molto controversa - dice che Hirst è unico, "in una categoria a parte". Andres Serrano, l´artista newyorchese assurto alla notorietà per le sue fotografie di cadaveri e per Piss Christ - la fotografia di un crocifisso immerso nell´urina dello stesso artista - dice di non sapere se "l´opera di Hirst reggerà con successo al vaglio del tempo, ma credo di sì". Le critiche più sferzanti sono arrivate all´inizio dell´anno dalle parole del critico d´arte australiano Robert Hughes che in un documentario per la tv ha affermato che Hirst non ha talento e si è trasformato in un "marchio commerciale", il che dimostra che l´unico significato possibile della sua arte è il suo valore commerciale. Il grande successo di Hirst si registra contemporaneamente all´uscita dalla ribalta del movimento detto in Inghilterra BritArt: considerato soltanto perché finora gli artisti che ne facevano parte erano collezionati ed esposti da Saatchi nella sua galleria di North London, esponevano insieme in tutto il mondo e avevano una medesima capacità di scioccare profondamente. Hirst ha rotto i rapporti con Saatchi - che tuttora lo considera un genio - e vive in una remota casa di campagna nel sud-ovest dell´Inghilterra. In occasione dell´11 settembre si era attirato forti critiche e biasimo generale per aver dichiarato che il crollo delle torri era stato "sbalorditivo, dal punto di vista visivo" e che "per certi aspetti ci si doveva quasi complimentare con i terroristi". In seguito ha detto: «Mi scuso sinceramente per qualsiasi offesa io abbia potuto arrecare, specialmente alle famiglie delle vittime dei terribili attentati di quel giorno», una dichiarazione sicuramente scritta per lui dal suo agente di public relation, mentre la prima era autentica, tipica di Damien Hirst. Il successo di Hirst è coinciso con una grande retrospettiva inaugurata e dedicata a Francis Bacon considerato egli stesso un´artista in grado di sbigottire il pubblico, con ritratti di corpi straziati e in disintegrazione, tra i quali molteplici tele riproducenti il corpo di un Papa in putrefazione. A Bacon, morto proprio mentre Hirst ascendeva al successo, questo giovane artista era piaciuto: forse vi aveva intravisto la fase successiva di un´arte che ha smesso di essere comprensibile a un pubblico di massa e diventa sempre più inestimabile per i collezionisti. John Lloyd (Traduzione di Anna Bissanti)