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 2008  settembre 16 Martedì calendario

Corriere della Sera, martedì 16 settembre MILANO – L’Ocse, l’«Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo Economico» con sede a Parigi, mette sotto osservazione l’Italia per la soppressione dell’«Alto commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle forme di illecito nella pubblica amministrazione», abolito per decreto legge il 25 giugno dal governo Berlusconi, che poi con un altro decreto il 5 agosto ha conferito le sue funzioni al «ministero per la Pubblica amministrazione » a partire dal 22 agosto

Corriere della Sera, martedì 16 settembre MILANO – L’Ocse, l’«Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo Economico» con sede a Parigi, mette sotto osservazione l’Italia per la soppressione dell’«Alto commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle forme di illecito nella pubblica amministrazione», abolito per decreto legge il 25 giugno dal governo Berlusconi, che poi con un altro decreto il 5 agosto ha conferito le sue funzioni al «ministero per la Pubblica amministrazione » a partire dal 22 agosto. In una lettera formale, il competente gruppo di lavoro dell’Ocse esprime la sua preoccupazione per l’iniziativa italiana che chiude un’esperienza durata 4 anni e 4 commissari (Tatozzi, Ferrante, Serra e Grimaldi): uno stop nel quale peraltro già il 7 luglio anche il Consiglio d’Europa (con il «Greco», cioè il «Gruppo di Stati contro la corruzione » presieduto dallo sloveno Drago Kos), aveva paventato «spiacevoli conseguenze». Ospite ieri a Milano di un seminario scientifico all’Università statale proprio sui modelli elaborati dall’Ocse nella lotta alla corruzione, il presidente di questo gruppo di lavoro, lo svizzero Mark Pieth, professore di diritto penale a Basilea, non ha voluto entrare nel merito della lettera, ma ne ha confermato l’esistenza e inquadrato la genesi: «Sia ben chiaro che per noi ogni Paese ha la libertà di organizzare come vuole le articolazioni che pone a presidio dell’anticorruzione. Ma è essenziale che, se c’è un cambio di organizzazione, il Paese membro dell’Ocse spieghi che cosa lo ha determinato e in che cosa dovrebbe produrre miglioramenti». Come già ha messo nero su bianco il «Greco» del Consiglio d’Europa, anche Pieth rimarca che, nello spirito Ocse, l’eliminazione della struttura anticorruzione non sarebbe infatti una perdita solo per l’Italia ma anche per tutti gli altri Paesi dell’organizzazione, rappresentando (come è giunto a scrivere Drago Kos) un possibile «cattivo esempio » per le posizioni di altri Stati sotto esame. Che, nel caso dell’Ocse, di recente sono Sudafrica, Slovenia, Corea e anche la Gran Bretagna per un rimescolamento di assetti del «Serious Fraud Office». La presa di posizione del gruppo di lavoro dell’Ocse – chiarisce Pieth – ha dunque tre stadi: «Facciamo presente che era stata l’Italia stessa a rappresentarci più volte questa struttura come essenziale all’anticorruzione; esprimiamo preoccupazione per la sua abolizione; e chiediamo spiegazioni ». Entro metà ottobre: prima della riunione in cui tutti i Paesi potranno incalzare con domande l’Italia. C’è poco tempo, dunque, e il nuovo assetto italiano dovrà darsi una mossa e accelerare (sempre che basti) almeno il passaggio di consegne con l’ex struttura soppressa, che al momento sembra avvenuto solo sulla carta. Il ministero di Brunetta, al cui «Dipartimento della funzione pubblica» la legge riassegna l’anticorruzione, afferma che i contatti con la Guardia di finanza restano continui anche se si è ancora alle prese con problemi pratici come la ricerca d’una sede (locali del Demanio a Trastevere) e il travaso nel personale di un direttore generale, due magistrati come esperti e una decina di addetti. Poi – e la questione ancora ieri non era risolta nelle vischiosità burocratiche con la Presidenza del Consiglio, entro la quale era inquadrato l’Alto commissariato abolito – ci sono da riallacciare telefoni e collegamenti Internet, subito staccati di là ma non ancora operativi qui. In prospettiva il ministero punta a integrare la nuova anticorruzione con il proprio già esistente ispettorato (che si occupa di ritardi, inadempienze e doppio lavoro): al momento, però, informa un avviso nel sito Internet, anche «l’attività dell’ispettorato è momentaneamente sospesa per trasferimento di sede». Del vuoto tra l’unità già cancellata e la nuova non ancora attrezzata, è perfetta immagine il numero verde 800 583850, tuttora indicato sul sito dell’Alto commissario. A un cittadino che intenda denunciare una tangente, oggi risponde un messaggio automatico: «Spiacenti, il numero selezionato è inesistente». Luigi Ferrarella