Natalia Aspesi, la Repubblica 16/9/2008, pagina 38., 16 settembre 2008
la Repubblica, martedì 16 settembre Viene in mente un film del 1953, Villa Borghese, con la passeggiatrice bella, Eloisa Cianni, e la collega bruttina, Franca Valeri, che all´arrivo delle camionette della polizia con sirene strepitanti scappano per sfuggire alla retata, si rifugiano in un locale notturno e la bella viene eletta Miss Cinema
la Repubblica, martedì 16 settembre Viene in mente un film del 1953, Villa Borghese, con la passeggiatrice bella, Eloisa Cianni, e la collega bruttina, Franca Valeri, che all´arrivo delle camionette della polizia con sirene strepitanti scappano per sfuggire alla retata, si rifugiano in un locale notturno e la bella viene eletta Miss Cinema. Il cinema d´epoca amava le prostitute, da strada e da casino, e non c´era diva che non fosse ben contenta di commuovere e sempre finir male in quel ruolo massimamente femminile, in quella figura eterna di donna peccatrice eppure salvifica. Eroina buona e infelice, spesso mamma, necessaria anche se opposta alla madonna che gli uomini pretendevano di tenere in casa: Silvana Pampanini, Alida Valli, Sophia Loren, Giulietta Masina, Anna Magnani Eleonora Rossi Drago e tante altre, e come registi, Pasolini, Matarazzo, Franciolini, Fellini, Visconti, Pietrangeli, Comencini. In questi tempi di puttanesimo dilagante, tra intercettazioni, telefonini, pubblicità, servizi di moda, televisione (ci sono le solite belle sederone in tanga che ballando fanno, verso il telespettatore, segnali linguacciuti), spunta per l´ennesima volta il problema massimo; sistemare con accorgimenti vari, sempre quelli (non essendo ancora arrivati a proporre, drasticamente e una volta per tutte, una risolutiva, ma non è detto, castrazione generalizzata), la prostituzione classica, antica, inamovibile, ingestibile, ineliminabile, quella sulla strada e non. L´ultima sortita della soave ministra Carfagna riguarda questa volta solo la professione all´aperto con tutti gli spifferi del caso, che diventa reato, criminalizzando non solo la venditrice ma anche il compratore, il cliente, sporcaccione! E una volta beccati sul fatto (non solo sul fattaccio vero e proprio, ma anche, secondo la bozza Carfagna, per semplice innocente sosta di guardone o di eventuale salvatore di anime), ci sarà in casi speciali un po´ di clemenza, e i due rei, condannati per lo stesso reato alla stessa pena, verranno anche messi nella stessa cella, tanto per non sprecare almeno il costo della multa? Da 5 a 15 giorni di prigione, dai 200 ai 3000 euro di ammenda! Sembra di sentire un sordo rumore di moltitudini di mogli e fidanzate o aspiranti tali in piazza con cartelli, non tanto per la cella, che uno se la merita, ma per la multa, fior di soldi sottratti alla famiglia magari già in affanno: la quale famiglia, cosa c´entra con quelle brutte cose là, tipicamente maschili, o semplicemente con un po´ di distrazione maritale, spesso in casa centellinata in quanto fastidiosa? Ci sono purtroppo tante cose serie e drammatiche e tragiche di cui occuparsi ma alle ministre belle è stato dato il compito del fumo negli occhi, grembiulini e puttane, tutte cose che fanno gola all´informazione e distraggono dalle cose irrisolvibili che così paiono risolte. Del resto anche in passato non c´è stato governo o rimpasto che, al primo ostacolo serio, non sia subito scivolato sul grande tema passpartout: perché le prostitute ci sono sempre, anzi ce ne è sempre di più, e i clienti pure, e ce ne sono sempre di più, e le strade anche, sono sempre lì pullulanti di via vai, più tutti gli altri veicoli puttaneschi a disposizione, tradizionali o tecnologici. E sono sempre lì, gli sfruttatori singoli e le organizzazioni criminali, e le straniere, e le minorenni, e i preti di strada, e le associazioni di categoria, e i trans e i viados e i gay, e il femminismo pro e il femminismo contro. Piovono proposte di legge e non volendo precipitare troppo indietro basta rintracciarne in Italia sin dai regi decreti del 1888, piovono leggi, e la più celebre è quella santa e vituperata del 1958. E ogni volta le meningi ministeriali scovano soluzioni tolleranza zero e azzera degrado: la strada, la casa, chiusa, aperta, con persiane più o meno socchiuse, i quartieri, le vetrine, la dislocazione, gli eros center, la prigione, la multa, il ricupero, la normazione e la regolamentazione, la tolleranza e l´intolleranza, il proibizionismo e l´abolizionismo, la depenalizzazione e la criminalizzazione, la repressione e la schedatura e la visita sanitaria, ecc. E l´ordine o il disordine sociale? Nel Medioevo si pensava che la prostituta mantenesse l´ordine sociale perché fungeva da deterrente contro l´adulterio, il peggiore dei peccati sessuali dopo l´incesto, la sodomia ed la bestialità. Adesso la stessa signora, secondo Carfagna, "crea allarme sociale", a meno che non sia una di quelle passeggiatrici come Julia Roberts in Pretty Woman, che sul marciapiedi strepita volgarissima, poi incontra il ricco Richard Gere, indossa Chanel e diventa scicchissima tanto da farlo innamorare. L´allarme sociale è espressione generica, non si capisce bene cosa voglia dire, forse intende le famose mamme che passando verso le due di notte per viali periferici dove sostano le prostitute, sono costrette a coprire gli occhi dei loro piccini innocenti, (che a quell´ora dovrebbero forse essere a casa), affinché non vedano ragazze più vestite di quelle di Miss Italia televisiva, o forse l´intasamento di automobili di potenziali scopatori veloci, se in cattive acque in cerca di cinesi da 5 euro, un affarone, o le mogli a casa che approfittando dell´assenza del marito a caccia hardiscount, se la spassano anche loro?Mah! Checché ne pensi la signora Santanchè, non è vero che la ministra Carfagna è la prima ad «aver avuto il coraggio di mettere mano alla legge Merlin». Dal ´58 non si à fatto altro, sia pure non concludendo mai nulla. Solo un anno fa, con governo di centro sinistra, turbinavano i pacchetti sicurezza e gli osservatori sulla prostituzione, al vecchio mai raggiunto scopo di togliere le lucciole e i luccioli dalla strada; quindi anche lì, come oggi, come domani, discussioni su coop, aree del sesso, parchi dell´amore, zonizzazione, consorzi comunali, videocamere, inasprimento delle pene per gli sfruttatori, il cliente punito soprattutto se a caccia di minorenni ecc. Il racket la sa più lunga della signora Carfagna e di tutti quelli che l´hanno preceduta: si dilegua, tanto dopo tanto clamore le proposte di legge si lasciano cadere, se casualmente diventano legge ci si dimentica di applicarle. Ma se davvero i problemi più urgenti (da secoli) sono soprattutto un paio, perché non affrontarli in modo innovativo? Dissuasione: tenendo conto che se non c´è domanda l´offerta diventa inutile, istituire ricoveri e corsi di riabilitazione per l´insospettabile massa di probi cittadini, clienti assidui e assatanati di minorenni anche molto piccole, affinché si disintossichino della bizzarria e si appassionino a signore anziane che anche loro hanno bisogno di campare; in questo modo per il racket non ci sarebbe business e lascerebbero perdere almeno le piccine. Incoraggiamento: per liberare le strade dalle passeggiatrici, che se stanno lì sono le più disperate, in modo da lasciare tutto lo spazio ai picchiatori neri, agli spacciatori e agli ultrà, dar loro la pari opportunità della maggioranza delle loro colleghe, fornendole di computer, internet e monolocale, da ripagare coi primi guadagni casalinghi, in modo da poter esercitare serenamente, senza disturbare il viandante, l´unica professione che sa difendersi dagli esuberi, dai licenziamenti, dalla disoccupazione e che non va in cassa integrazione. Natalia Aspesi