Paolo Colonnello, La Stampa 13/9/2008, pagina 9, 13 settembre 2008
La Stampa, sabato 13 settembre La stazione c’è. Il parcheggio pure. La tangenziale è stata fatta
La Stampa, sabato 13 settembre La stazione c’è. Il parcheggio pure. La tangenziale è stata fatta. Ci sono anche i graffiti, che sono la ciliegina sulla torta di ogni infrastruttura pubblica che si rispetti. Insomma, è già iniziato perfino il degrado. Però treni non se ne vedono. Niente: nemmeno una carrozza che si fermi o qualcuno che faccia «ciao ciao» dal finestrino. Una desolazione: chilometri di binari raddoppiati con grande spolvero di buone intenzioni, discorsi programmatici, inaugurazioni pre-elettorali e poi niente. E dire che qui, al micro-comune di Arcene, 4000 anime dimenticate nel deserto industriale della bassa bergamasca, si erano dannati per fare tutto in tempo, dissanguando i fondi delle casse comunali: quasi cinque milioni di euro investiti nel giro di tre anni per vedere costruita una stazione dotata di tutto - finanche i percorsi agevolati per i non vedenti - che non ha mai aperto. Il deserto, così come nelle stazioni di Levate e Stezzano che stanno sulla stessa linea ferroviaria e come Arcene sono nuove di zecca e ostinatamente chiuse. Con 20 mila pendolari che tutte le mattine s’incazzano. Perchè per salire sul convoglio che li porterà a Milano o nella cintura urbana della metropoli, anzichè diluirsi nelle tre stazioncine lungo i 22 chilometri di linea ferroviaria, devono prendere l’auto e spostarsi a Treviglio o a Bergamo, che ormai sono al collasso; oppure scegliere di andare direttamente in città, intasando strade e autostrade. Doveva essere la nuova linea ferroviaria, che da Bergamo a Treviglio e poi a Milano avrebbe dimezzato e ottimizzato i tempi di percorrenza di impiegati e lavoratori diretti verso la metropoli lombarda; dimezzato e ottimizzato il traffico sulla pur sempre congestionata autostrada Bergamo-Milano; dimezzato e ottimizzato «l’esercizio ferroviario non sufficentemente adeguato a una richiesta attuale di maggior mobilità», nell’ambito (tutto maiuscolo) di «un Accordo di Programma Quadro in materia di trasporti per la realizzazione di un sistema integrato di accessibilità ferroviaria e stradale dell’Aeroporto di Malpensa 2000». Doveva essere questo e altro, come recitava pomposamente l’accordo di programma siglato nel 2001 tra Regione Lombardia, Comuni della bergamasca e Ferrovie dello Stato. Invece la nuovissima linea ferroviaria Bergamo-Treviglio «non ha cambiato niente», dice il sindaco di Arcene, Michele Luccisano, rappresentante di una lista civica imparentata con la sinistra, che in queste lande di fede leghista fa sempre impressione. «Si figuri che il raddoppio della linea ferroviaria, che è stato inaugurato poco prima delle scorse elezioni regionali, ha lasciato intatta la durata di percorrenza del tragitto dei pendolari». E per il raddoppio dei binari e le stazioni «fantasma» sono stati spesi, finora, 50-60 milioni. Secondo Luccisano, la colpa è della Regione, «che non ha vigilato e, una volta inaugurata la linea, si è del disinteressata alla presenza dei treni». «E’ una situazione kafkiana: tutti i Comuni interessati al progetto hanno modificato i piani regolatori, espropriato terreni, costruito infrastrutture e il risultato qual è? Che sono cattedrali nel deserto». Speranze? Poche. Luccisano ha già scritto all’assessore alla Mobilità della Regione, Raffaele Cattaneo, dicendo però di non aver ricevuto risposta. «Un atteggiamento sgarbato e arrogante». Poi è andato in tivù e si è rivolto ai giornali. Infine ha chiesto di convocare il collegio di vigilanza «che dovrà sostituire eventuali inadempienze». Ma trovare gli «inadempienti» sarà un problema. «Non c’è dubbio che come la racconta il sindaco di Arcene la situazione sembra strana», attacca l’assessore Cattaneo, da cui dipendono le decisioni finali. «Però la verità è che nei Comuni interessati i treni non si fermano perchè, come previsto da un secondo accordo del 2005, i Comuni interessati non hanno completato le opere necessarie. Tranne, bisogna riconosce, quello di Arcene. Così, se noi oggi facessimo fermare i treni solo in quel Comune, con un servizio di potenziamento, la linea non reggerebbe più, non ci starebbero altre persone su quei treni e sarebbe peggio». Ma allora, perchè si sono costruite le nuove stazioni? «Perchè quando saranno pronte, e gli ultimi lavori verranno portati a termine per il giugno 2009, potremo prevedere più treni con un servizio di linee suburbane, ovvero con frequenze fisse che permettano un sistema integrato metropolitano». Caspita. Solo che il sindaco di Arcene non ci sta. «Ma figuriamoci: altro che Comuni inadempienti! Sono le Ferrovie che non hanno completato ancora i lavori di infrastrutture nelle stazioni, come il parcheggio di Stezzano. E la funzione di controllo spettava alla Regione che non ha fatto nulla». Quindi la sorpresa finale: Trenitalia, come ammette un po’ tra i denti l’assessore Cattaneo, ha chiesto nuovi soldi per far partire il servizio, ovvero, «13 milioni in più. E quindi stiamo discutendo, insomma vedremo». Non resta che sedersi su una bella panchina di marmo ed aspettare il treno. Paolo Colonnello