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 2008  settembre 12 Venerdì calendario

La Stampa, venerdì 12 settembre Berlusconi con le promesse e gli annunci, si sa, non si fa troppi scrupoli

La Stampa, venerdì 12 settembre Berlusconi con le promesse e gli annunci, si sa, non si fa troppi scrupoli. Questa promessa, per esempio, non sembra proprio che abbia avuto finora l’intenzione, la voglia o la possibilità di mantenerla: «La prima cosa da fare è dimezzare il numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali, dei consiglieri comunali. Non parlo di Province, perché bisogna eliminarle». Era il 31 marzo, e parlava a una videochat organizzata dal «Corriere della Sera». «Quindi - proseguiva il Cav., rincarando la dose - dimezzamento dei costi della politica significa innanzitutto dimezzare il numero delle persone che fanno politica di mestiere ed eliminare tanti enti inutili, Province, Comunità montane, e tutti quegli enti antichi che sono rimasti in funzione senza produrre alcun effetto». Stesse parole dieci giorni dopo, a «Porta a Porta»: «Dobbiamo ridurre della metà la casta, cioè il numero delle persone che vivono di politica. Secondo alcuni si tratta di 300.000 persone». Dopodiché, tutti sanno che i deputati, i senatori e i consiglieri sono sempre quelli, non uno di meno, e senza un euro di meno in tasca. Che le Province esistono eccome, ed esisteranno ancora, se è vero che secondo i piani del governo potranno finanziarsi con i proventi del bollo auto (un altro tributo di cui l’attuale premier annunciò l’abolizione entro la legislatura, dalle telecamere di «Matrix»). Per adesso, hanno pagato dazio soltanto le Province ancora non operative, Monza, Fermo e Barletta, congelate fino al giugno 2009. Addirittura le Comunità montane continuano a campare, sia pure tra gli stenti. I deputati salvano integro lo stipendio, anche se dovranno pagare un po’ di più il tramezzino alla buvette (da 1,80 a 2,80 euro) e lavorare cinque giorni su sette, come stabilito da Gianfranco Fini. Il presidente del Senato Schifani, invece, non sembra appassionato al tema del taglio dei costi. E come scoperto da Gian Antonio Stella, quest’anno spenderà 260.000 euro per realizzate la (peraltro molto ben fatta) agendina di Palazzo Madama. Insomma, ormai la «Casta» non fa più notizia. E in pochi si scandalizzano se - con decreto pubblicato il 22 agosto scorso sulla Gazzetta Ufficiale - a sorpresa il governo Berlusconi riapre le porte degli aerei di Stato sostanzialmente a chiunque, dopo la parentesi rigorista di Prodi, che negava il «volo Blu» anche ai ministri. Ora viaggiano tutti: ministri, viceministri, sottosegretari, portaborse, giornalisti di testate gradite, collaboratori vari, purché «accreditato al seguito della stessa su indicazione dell’Autorità anche in relazione alla natura del viaggio, al rango rivestito dalle personalità trasportate, alle esigenze protocollari ed alle consuetudini, anche di carattere internazionale». Destarono ira e proteste Mastella e figlio Elio in volo per il Gp di Monza? Sabato scorso il ministro degli Esteri Frattini è volato al vertice Ue di Avignone con a fianco la sua fidanzata, Chantal Sciuto. Aereo di Stato, ça va sans dire. Il governo, però, si difende, snocciolando una lunga lista di interventi mirati a tagliare spesa, sprechi e caste. Ovviamente, c’è Brunetta e le sue consulenze: la norma che consente l’«operazione trasparenza» fu varata dal governo Prodi, ma di suo il ministro della Pa ha inserito nel Dl 112 (la manovra) una norma che rende molto più difficoltosa l’assegnazione di consulenze non utili. In parte, almeno, colpiranno le clientele la norma che elimina gli enti con meno di 50 dipendenti non espressamente «salvati», così come l’abolizione del Secit. Si tagliano del 20% stipendi dei direttori (generali, sanitari e amministrativi) delle strutture sanitarie pubbliche. Del 30% le indennità dei sindaci che non rispettano il «patto di stabilità» interno, così come scenderanno del 30% le spese per compensi ad organi collegiali della Pa, sponsorizzazioni e (del 50%) convegni e mostre. Giro di vite anche per i contributi ai giornali di partito. Non basta, denuncia l’opposizione. Linda Lanzillotta, controparte «ombra» di Brunetta, attacca: «Il governo Prodi aveva fatto un accordo con Regioni ed Enti Locali per ridurre costi e organigrammi. Che fine ha fatto? Perché non si lavora per ridurre la moltiplicazione di organismi con compiti più o meno simili? Perché si va a un federalismo che rischia di moltiplicare spese e inefficienza»? «Anche l’operazione Nuova Alitalia - denuncia l’economista del Pd Stefano Fassina - indirettamente è un ”costo della politica”. Un’operazione costruita per rispondere a esigenze politico-elettorali del centrodestra, scaricando sui contribuenti 1,5 miliardi di debito che resterà nella bad company». Roberto Giovannini