Guido Santevecchi Corriere della Sera 12/9/2008, 12 settembre 2008
Tutti credono che gli abiti con le strisce orizzontali ingrassano, mentre quelli con righe verticali sfinano
Tutti credono che gli abiti con le strisce orizzontali ingrassano, mentre quelli con righe verticali sfinano. In realtà è vero il contrario, almeno secondo i ricercatori della facoltà di psicologia dell’università di York che hanno preparato duecento coppie di immagini di donna con abiti a strisce verticali e orizzontali e le hanno mostrate a un campione di osservatori chiedendo quali sembrassero più magre e slanciate. Risultato: le fasce danno un’immagine più dimagrante delle righe. La differenza di apprezzamento è del 6 per cento, un margine significativo, secondo il dottor Peter Thompson che ha guidato la ricerca. Questa teoria non è nuova: era stata eleborata già nel 1867 dal tedesco Hermann von Helmholtz che aveva lavorato sull’illusione ottica in psicologia. Il professor von Helmoltz aveva tracciato dei quadrati uguali per dimensioni, uno a barre orizzontali e uno a barre verticali e si era reso conto che la percezione umana creava l’illusione che quello in orizzontale fosse più alto. In natura il fenomeno fa parte della teoria dell’evoluzione delle specie: per esempio la zebra ha strisce orizzontali sulle zampe e il posteriore in modo che, quando un leone la scorge da dietro, è portato a valutare che abbia zampe lunghe che le permetteranno di correre veloce e lombi magri che non daranno abbastanza carne per sfamare il predatore. Inutile perdere tempo con la zebra, insomma.