Riccardo Bocca, L’espresso 19/9/2008, 19 settembre 2008
L’espresso, giovedì 18 settembre Piaccia o non piaccia, quest’estate un italiano su quattro si è sintonizzato ogni sera alle 20
L’espresso, giovedì 18 settembre Piaccia o non piaccia, quest’estate un italiano su quattro si è sintonizzato ogni sera alle 20.30 su Canale 5 per vedere ’Veline’, il programma che consacrerà il 18 settembre le due nuove bellezze di ’Striscia la notizia’. Non è il primo anno e non sarà l’ultimo, ma stavolta il finale è più movimentato. Papa Ratzinger ha dichiarato domenica scorsa che manca una nuova classe politica cattolica. E il giorno stesso l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ci ha messo il carico, attaccando chi propaganda "la società delle veline e dei calciatori". Ora arriva la replica di Antonio Ricci, che battezza la stagione tv difendendo le sue vallette: "La domanda", dice nell’ufficio di ’Striscia’ a Milano 2, "è la seguente: meglio una ragazza che per un breve periodo mostra il sedere in televisione o uno come Casini che ci costringe a vedere la sua faccia per tutta la vita? Non è una battuta: lo scandalo non sono le veline. Sono i politici in processione da Bruno Vespa. E la smania di apparire, di occupare spazi a tutti i costi". Beh, voi autori e conduttori tv non siete da meno. Lei torna per il ventunesimo anno con ’Striscia la notizia’ oltre che con ’Paperissima’. Simona Ventura conduce di nuovo in Rai ’L’isola dei famosi’, ’Quelli che il calcio’ e partecipa a ’X Factor’. Per non parlare di Maria De Filippi, che sarà in onda con ’Uomini e donne’, ’Amici’ e ’C’è posta per te’. Un’occupazione militare. "Vero. Ma aggiungo: meno male che queste isole reggono. Perché un’alternativa non c’è. I dirigenti Rai e Mediaset non hanno alcuna intenzione di produrre nuove trasmissioni. Odiano rischiare anche un solo euro. Il loro sogno è non avere scocciature, non fare più fatica. Adorano mandare in onda telefilm, format preconfezionati. Alla faccia dei tanti autori, come me, che hanno i cassetti pieni di progetti". Cosa intende dire? Ha proposto nuove idee a Piersilvio Berlusconi e gliele ha bocciate? "No, no... Non ci provo neppure a proporgli nuovi programmi. A lui non interessa tanto la televisione di oggi. Ha l’atteggiamento di chi pensa: finché va avanti bene, poi si vedrà. Si gasa solo se parla di piattaforme futuribili". importante, il futuro. "Nessuno lo nega. Ma Piersilvio sbaglia a trascurare i contenuti. Non basta trasmettere il calcio o le bocciofile: serve un pensiero televisivo che nessuno sta elaborando. Dico di più: tale è il degrado televisivo, che a un certo punto ho immaginato l’esistenza di un piano segreto. Forse, ho pensato, si trascura la televisione tradizionale per dare il meglio al satellite o al digitale terrestre. Invece no, non è neanche così". Sul fronte generalista, una novità è l’arrivo previsto da La7 a Italia1 di Piero Chiambretti. Che impressione le fa? "Ottima. Più cervelli ci sono meglio è. E poi è un passo avanti. Mi ricordo che in un suo ristorante, a Torino, c’era appeso un cartello con scritto: ’Vietato l’ingresso a chi lavora a Mediaset’". Quest’estate, invece, Chiambretti ha dichiarato: "In Mediaset stat virtus". "Di virtus c’è ne poca, in giro. E quella poca è distribuita equamente tra Rai e Mediaset. Nelle tv commerciali la stagione più virtuosa è stata quella degli inizi, quando la politica non ci soffocava e nascevano programmi più trasgressivi". Altri tempi. Il giornalista Alessandro Sortino ha dovuto lasciare ’Le iene’ per la censura di un servizio su Clemente Mastella. E nessuno ha protestato troppo. "Agghiacciante. Pensavo che Davide Parenti, il responsabile delle ’Iene’, avrebbe bloccato il programma. Invece la macchina è andata avanti. Come sempre in tv, molto dipende dalla forza di difendere il proprio lavoro.". Lei in questo è un maestro. Anche troppo, secondo alcuni. vero che ha fondato con sua moglie e Ezio Greggio (residente a Montecarlo) la Talents Factory srl, una società per gestire artisti di ’Striscia’? "Vero. Ma non c’è niente di male. Anzi: l’ho fatto per controllare meglio le veline. L’ambiente non è dei migliori, si sa, così evitiamo scelte sbagliate". Insomma: ’Striscia’ attacca Lele Mora per i suoi guai giudiziari e lei ha un’agenzia nello stesso settore. "Io non ho niente da spartire con Lele Mora. La mia agenzia ha altri obiettivi. E poi Mora non lo abbiamo bastonato sul serio: ci siamo limitati a fare un po’ di cronaca". Ma c’è qualcosa che guarda di gusto, nella tv contemporanea, o ha un rigetto totale? "Ho perversioni. Adoro svegliarmi all’alba per seguire le opinioni di Roberto Gervaso. Seguo sul satellite i programmi culinari del Gambero rosso. Se posso non perdo ’Unomattina’.". Passando alla sera: le piace Fabio Fazio? In pochi anni ’Che tempo che fa’ è diventato un punto di forza di RaiTre. Non solo: proprio come lei, Fazio guida un gruppo di amici, una squadra che macina idee. "Tra me e Fazio c’è una differenza fondamentale: io e la mia generazione siamo diventati di sinistra perché avevamo i professori di destra. Lui è diventato di sinistra perché aveva professori di sinistra". Sarà. Gli ospiti apprezzano comunque il suo stile, la sua pacatezza. "Mi spiego meglio. Fabio Fazio è il nuovo Vespa: identico. un ragazzo nato vecchio, è quello che a scuola faceva la spia con la maestra". Lei invece? "Io non me la tiro, anche se potrei. E ho ben presente cos’è la televisione, per cui non la prendo sul serio. A ’Striscia la notizia’ viviamo con leggerezza: non siamo mica chirurghi che salvano vite. Sa come ho scelto Enzo Iacchetti come conduttore?". Dica. " stato uno sbaglio. Ero al Festival di Sanremo per le incursioni di ’Striscia’e un gelataio mi ha pregato di fare un provino al nipote, Enzo Iacchetti. Enzo però somigliava da matti all’attore pugliese Gianni Ciardo, e l’ho confuso con lui. L’ho ingaggiato sicuro di mettere uno del sud a fianco del nordico Greggio: così, pensavo, avrei soddisfatto il pubblico di tutta Italia. Quando l’equivoco si è chiarito, non me la sono sentita di mandare via Enzo. Anche se è di Luino, in provincia di Varese". Una storia da libro ’Cuore’. Eppure lei passa per avere un folto pelo sullo stomaco. Oltre che una grande attenzione al soldo. "Completamente falso. E lo dimostro subito. Dico qui, non per scherzo, che sono pronto a lavorare gratis in Rai. Anzi: pago anche una cifra da definire, se mi prendono". In cambio di? "Vorrei a disposizione tutto l’archivio Rai. E i fuori onda dei telegiornali. Ne uscirebbero cinque prime serate di super ascolto. Titolo provvisorio: ’Questa è la Rai’". A proposito di Rai. Fino a prima dell’estate, il ricco settore della fiction era governato da Agostino Saccà, devoto di Forza Italia. Poi sono uscite le famose telefonate tra lui e Silvio Berlusconi sulle attricette ed è stato rimosso. Ora al suo posto c’è il direttore di RaiUno Fabrizio Del Noce, sempre in quota Forza Italia. Le pare normale? "No. Ma Del Noce non è semplicemente un uomo di Forza Italia: è qualcosa di più. L’ho capito quando ha tirato una microfonata in faccia all’inviato di ’Striscia’ Valerio Staffelli. Credevo che i politici e la stampa di sinistra avrebbero chiesto all’istante le sue dimissioni. Invece se ne sono guardati bene. La verità è che c’è un ventre molle, in questo Paese, che non ha definizioni o colori precisi. un mondo di cui mi sfuggono le regole, dove tutto è possibile. Figurarsi il cambio in Rai tra Saccà e Del Noce.". Un altro mistero, per certi versi, è la corsa dei politici a costruire televisioni satellitari che poi non guarda nessuno: vedi quella di Maria Vittoria Brambilla, chiusa subito dopo le elezioni. Servono a qualcosa, questi canali spot, o sono soldi buttati? "Servono se hai veramente qualcosa da dire. E se sai rendere appetibile il messaggio. Io la Brambilla l’ho vista soltanto una volta e ho girato subito". Adesso arrivano anche la Red tv di Massimo D’Alema e la veltroniana Youdem del Partito democratico. Previsioni? "Ha chiuso il canale della Brambilla, magari chiuderanno anche questi. A meno che non saltino fuori contenuti straordinari. Ma chi li realizza?". Pippo Baudo ha detto di recente: "Ci sono canali Sky che fanno 10 mila spettatori al giorno e passano per successi. Se devi radunare 10 mila persone affitta un teatro!". "Ha ragione: Sky è è un contenitore in fieri. Un sistema che rubacchia ascolti qua e là. Si fa sentire ma non fa ancora sistema". Tradotto: non lavorerebbe mai sul satellite o sul digitale terrestre? "Per snobismo potrei fare anche questo". Proposte concrete? "Mi ha contattato Carlo Freccero, chiedendo di aiutarlo a costruire il digitale terrestre di Rai 4. Lui sì che è un visionario, ma mancando la materia base, i programmi nuovi, rischia di fare come i Vanzina: dicono ogni volta che hanno girato un film nuovo, più originale, e invece è la solita cosa". Non è che voi ricchi televisivi siete afflitti da vanità totale? Che nessuno va sul satellite per non perdere potere e visibilità? "Lo dice a me? Guardi che io non compaio quasi mai, in televisione". Lei tutti gli anni va a ritirare i Telegatti vinti per ’Striscia la notizia’. Ne ha portati a casa 29. "Ammetto: è patologico. Non resisto al rito dei Telegatti. Ma ci vado per dispetto, per far girare le palle ai colleghi. Faccio la mia faccia ebete con il Telegatto in mano e mi diverto come un bambino. La verità è che non credo né in Dio né ai Telegatti. E comunque, se costretto, sceglierei il primo". Battute a parte. Chi veramente è uscito dal manicomio della televisione è il suo amico del cuore Beppe Grillo. Ha un blog famoso nel mondo. Il suo pubblico è passato dal tubo catodico al computer diventando massa critica, movimento. quello che augura anche a se stesso? "Mah. Io sono antiretorico per eccellenza. Non credo ai messia e vedo in tutto questo un pericolo Vanna Marchi. Il rischio è che Beppe, alla fine, diventi suo malgrado un imbonitore. Che subisca un processo di santificazione da parte dei suoi ammiratori. Solo l’autoironia e il suo talento lo possono salvare". Glielo ha detto? "Sì. Gli ho dato un consiglio: essere carsico. Sennò, ho aggiunto, farai la fine delle gemelline di Garlasco: le cugine esibizioniste della ragazza uccisa delle quali si è parlato l’estate 2007. E poi mai più". Riccardo Bocca