Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  settembre 11 Giovedì calendario

Adatepe lku

• Turchia 27 novembre 1932 • «[…] Suo padre era Mustafa Kemal Ataturk, il fondatore della repubblica turca, lo strenuo custode della laicità del Paese, ricostruito sulle macerie dellpimpero ottomano. [...] Ulku, in turco, vuol dire “idea”, e quel nome per Ataturk era il simbolo della Turchia che aveva desiderato, voluto e realizzato. In verità, Mustafa Kemal non ebbe figli propri, ma ne adottò sei, tutte femmine, perché diceva “che solo le donne sanno fare tutto”. L’ultima, la prediletta, l’unica ancora viva, è appunto la signora [...] La madre del fondatore dello Stato [...] aveva adottato la donna che sarebbe diventata la mamma di Ulku. “Il mio padre naturale morì quando ero ancora in fasce e Ataturk mi volle tenere con sé, adottandomi legalmente. Ho avuto la fortuna di trascorrere accanto a lui poco più di cinque anni, prima della sua morte. Mi insegnò a nuotare, a rispettare la natura, ad amare gli animali, a credere nell’istruzione, nell’arte. La sera mi portava nelle taverne, nei ristoranti, dove si ascoltava musica e si ballava. Sa che quando era un giovane ufficiale prese lezioni di tango? Un padre davvero straordinario”. Però un padre che non ha mai voluto un figlio proprio. “Credo di sapere perché. Non voleva che qualcuno, portando il suo nome, potesse distruggere, o venir utilizzato per distruggere l’eredità che lasciava al Paese. Nel suo testamento impose anche a me di non occuparmi di politica”. Affiora uno spaccato abbastanza inedito, o almeno poco conosciuto, della vita di Kemal, legatissimo alla madre, ai suoi consigli, alla sua affettuosa invadenza. Il presidente sposò Latife Ussari, una donna colta, curiosa, di forte personalità, ma il matrimonio durò soltanto un anno e mezzo. Si coglie immediatamente che Ulku non nutriva una sconfinata simpatia per la donna che Ataturk conobbe nel salotto di sua madre. “La quale, quando seppe della decisione del figlio di unirsi a Latife, e della proposta di matrimonio, complice la magia del lungomare di Smirne, gli scrisse una lettera”. [...] Ulku ricorda, con civettuola fierezza: “Erano il re d’Inghilterra, lo Scià, gli altri potenti del mondo a venirlo a salutare e a omaggiare. Anche il presidente degli Stati Uniti gli scrisse che avrebbe voluto venire ad Ankara [...] Mio padre era troppo impegnato a realizzare le rivoluzionarie riforme che stavano cambiando il volto della Turchia [...]» (Antonio Ferrari, “Corriere della Sera” 27/7/2007).