varie, 11 settembre 2008
ROSSI
ROSSI Riccardo Treviso 23 marzo 1950. Magistrato. Giudice di sorveglianza a Bologna. Nel settembre 2008 polemiche per la sua decisione di autorizzare una perizia psichiatrica di Anna Maria Franzoni (prelude a un’eventuale commutazione dei permessi di lavoro esterno con permessi di assistenza dei bambini nella casa di famiglia, o comunque oltre le sbarre, beneficio previsto dal codice, ma a condizione che il detenuto abbia scontato almeno un terzo della pena. Per questo, sostengono in molti, il magistrato avrebbe dovuto respingere l’istanza) • «[...] Il giudice Rossi non è nuovo a decisioni destinate a fare scalpore. Alcune delle quali pesantemente censurate. Nel novembre 2007 le sezioni unite della Corte di cassazione hanno respinto il suo ricorso contro una sanzione disciplinare del Csm. Sottolineando ”violazioni dell’obbligo di diligenza emergente dalle motivazioni, adottate in provvedimenti confusi, monchi di parti essenziali e talvolta relativi ad istituti diversi da quelli in applicazione”. Non solo: Rossi viene criticato per aver confuso ”gli stampati, con la ripetuta utilizzazione di quello non adatto all’istituto in applicazione con la conseguente sottrazione al controllo giuridico e sociale del provvedimento”. I supremi giudici rimproverano anche la ”mancata indicazione del titolo del reato nei provvedimenti di misura alternativa, che denota mancanza di diligenza”. Per non parlare della ”concessione al medesimo detenuto di più permessi nello stesso anno per il compleanno della figlia”. Mentre altri detenuti sarebbero stati autorizzati ”a stare fuori del carcere per ragioni di lavoro oltre 16 ore al giorno, periodo che non era giustificato dalle esigenze lavorative”. Insomma un atto d’accusa pesantissimo al quale [...] si sono aggiunti vari ricorsi della Procura generale contro alcune decisioni in materia di semilibertà e misure alternative al carcere. Rossi non commenta. Si limita a dire: ”Faccio solo il mio mestiere”» (Paola Cascella, ”la Repubblica” 11/9/2008).