Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  settembre 10 Mercoledì calendario

ACHENBACH Gerd B.

ACHENBACH Gerd B. Hameln (Germania) 11 febbraio 1947. Filosofo. Nel 1989 ha inventato la “consulenza filosofica” • «[...] È un antiaccademico, anche se l’espressione a lui non piace - certo, la sua filosofia applicata al quotidiano sembra una festa dello spirito. Ha scritto molti libri tradotti un po’ ovunque: da noi sono usciti da Apogeo [...] Le posizioni di Achenbach sono originali, radicali, nette - difficile dire quanto siano state correttamente recepite dai suoi epigoni. [...] “[...] la consulenza filosofica non è una terapia alternativa ma un’alternativa alla terapia [...] È soprattutto un chiarimento sul senso della vita, sui suoi malintesi, sulle sue banalizzazioni. Se l’esistenza si misura esclusivamente sul successo, il danaro, la bellezza, la giovinezza l’essere umano collassa, svanisce, inevitabilmente vive la propria vita come un progressivo inarrestabile declino. Per dirla con Voltaire, chi non possiede lo spirito della propria età subisce i malanni dell’età... Uno dei sintomi della sindrome da burnout, che in inglese significa proprio bruciarsi, è il lavoro eccessivo, l’ossessione della carriera che conduce al deserto emozionale. [...] È necessario innanzitutto capire cosa vuole, qual è l’obiettivo di chi chiede una consulenza. Molto spesso aspira a un obiettivo irraggiungibile, perde di vista - anzi, disprezza - quel che è possibile avere, e questa ad esempio è una ricetta infallibile per essere infelici [...] Le persone che si rivolgono a me senz´altro soffrono: molti hanno tentato il suicidio, ma assolutamente non vogliono che la loro disperazione venga considerata una malattia, e in effetti ‘disperazione’ non è un termine medico. Insomma, i miei ospiti non avranno una patologia in senso stretto ma stanno male, e soprattutto io non sono un patologo: io sono un filosofo [...] Per dirla con Hegel, ‘la filosofia è la domenica della vita’ e il nostro obiettivo è un cuore che pensa, esistendo invece molto spesso un pensiero senza cuore e un cuore irragionevole. Anche il coraggio è importante, il ‘farsi coraggio’, un aspetto più emotivo che razionale [...]”» (“la Repubblica” 14/6/2008).