La Stampa 10/9/2008, pagina 28, 10 settembre 2008
Lettera. La Stampa, mercoledì 10 settembre Non ne posso più, da reggino, su quanto si imbastisce con un certo mellifluo gusto e retrogusto ogni volta che si parla di Reggio Calabria
Lettera. La Stampa, mercoledì 10 settembre Non ne posso più, da reggino, su quanto si imbastisce con un certo mellifluo gusto e retrogusto ogni volta che si parla di Reggio Calabria. Un po’ la «famigerata» leggenda della Salerno-Reggio Calabria (ma vi siete fatti i tratti autostradali del Centro-Nord?, code e lavori in corso ovunque!), un po’ gli «’ndranghetamenti» per antonomasia (con la città che ha tutt’altro volto morale e in questi anni è sempre più bella su quel suo Stretto unico, dateci un’occhiata); infine, ora, a detta del prof. Enzo Boschi, la facilità di fare un esame a Reggio Calabria (l’«opportunista» Mariastella Gelmini...) come se là vi fosse il paese dei balocchi o dei somari. Io, a Reggio, di concorsi ne ho fatti ben cinque, e in tutti venivo bocciato alla prova scritta. L’unico in cui accettai, per disperazione, una raccomandazione che non avevo mai stoicamente e stupidamente voluto, vinsi finalmente qualcosa e fui spedito a Torino (e meno male che c’era la Juve: l’unico motivo valido che provai, l’unica emozione e spinta, nel distaccarmi dalla mia amata città... Che poi mi affezionai anche a Torino è un altro conto). In definitiva. Caro prof. Boschi: non c’è un posto «facile» dove si superi un concorso: c’è, ovunque, o un merito stratosferico o la raccomandazione giusta. Mettiamoci in testa che è stato e sarà sempre così. Purtroppo. Gianni Biasi