Gianluca Paolucci, La Stampa 10/9/2008, pagina 22, 10 settembre 2008
La Stampa, mercoledì 10 settembre Comprate a debito un sacco di aerei tramite società correlate domiciliate in un paese dalla fiscalità conveniente, dateli in leasing due volte, prima ad una finanziaria e poi alla società operativa, e se le cose vanno male e la struttura finanziaria non è più sostenibile, vendete le società operative e continuate a incassare i canoni di leasing
La Stampa, mercoledì 10 settembre Comprate a debito un sacco di aerei tramite società correlate domiciliate in un paese dalla fiscalità conveniente, dateli in leasing due volte, prima ad una finanziaria e poi alla società operativa, e se le cose vanno male e la struttura finanziaria non è più sostenibile, vendete le società operative e continuate a incassare i canoni di leasing. Il direttore finanziario di Air One, Domenico Lellis, non racconterà questa storia alla platea di esperti del settore che ascolterà il suo intervento, il prossimo 4 novembre, al convegno organizzato dalla European Airline Finance a Venezia. Banchiere di lungo corso esperto di operazioni di debito e finanziamento, è arrivato al gruppo teatino dopo essere passato da Citigroup, Bnp Paribas e Commerzbank. l’uomo chiamato a gestire la complessa struttura finanziaria del gruppo Air One in tempi di crisi del credito, di prezzi del carburante che salgono e di passeggeri che mancano. Dei suoi grattacapi ne dà una misura la società di revisione Kpmg, che nel giugno scorso ha dato un via libera con rilievi ai conti della Ap Holding, la capogruppo delle attività nel settore aeronautico di Carlo Toto. «La società Air One spa è fortemente impegnata nella sostituzione della flotta aerea - scrive Kpmg -. (...) L’impegno finanziario ed economico per l’acquisto degli aerei tramite società correlate e per la loro operatività futura risulta assicurato secondo gli amministratori dallo sviluppo del traffico e dell’attività futura dell’azienda contemplato dal piano industriale di cui è dotata la società». Tradotto: rinnovare la flotta costa tanto e l’azienda lo può sostenere solo se si avverano le previsioni del piano industriale, ovvero se crescono anche rotte e passeggeri trasportati. Intanto, mentre Air One chiude il bilancio con utile di circa 6 milioni, Ap Holding ne ha persi 32, di milioni. Comunque, tutto questo appartiene ormai al passato. Toto venderà a Cai, la trattativa non è ancora formalizzata ma dovrebbe incassare circa 300 milioni. Poi, malgrado le voci di un suo addio, ne rimetterà 60 circa nella cordata. A Cai finirà la parte operativa, Air One spa e Eas, la società dei servizi di terra. Toto dovrebbe tenersi «scatole» irlandesi, alla quali fanno capo una parte consistente dei debiti (900 milioni quelli consolidati a fine 2007, saliti ancora nei primi sei mesi dell’anno) ma anche gli aerei dati in leasing ad Air One. Una parte di questi, singolarmente, vengono dati in leasing due volte. Una società veicolo (sono 13 in tutto e si chiamano tutte Apc) li compra a debito, dando in pegno aereo e azioni. Poi li dà in leasing alla holding Challey Ltd (almeno 6, nel 2007, che hanno generato oltre 27 milioni di canoni) che a sua volta li dà sempre in leasing a Air One. Così, la Challey ha chiuso il 2007 con un piccolo utile. E fa da garante, con 16 milioni di dollari depositati in un conto vincolato, per un prestito concesso alla Toto spa da una «banca italiana» non meglio specificata. Gianluca Paolucci