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 2008  settembre 10 Mercoledì calendario

Corriere della Sera, mercoledì 10 settembre Il poeta britannico W. H. Auden poneva il limite invalicabile della sua persona «a 75 centimetri dal naso »

Corriere della Sera, mercoledì 10 settembre Il poeta britannico W. H. Auden poneva il limite invalicabile della sua persona «a 75 centimetri dal naso ». Ma i parametri della politica possono essere molto diversi da quelli della poesia. E sicuramente lo sono nel caso di John McCain e Sarah Palin. Da quando sono apparsi per la prima volta insieme, lo scorso 29 luglio, il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti e la sua vice hanno infatti dato mostra di notevole energia, grande presa sull’elettorato, ma di un affiatamento da rivedere. E a denunciarlo è il linguaggio del corpo. Dalla Convention repubblicana in poi, il veterano di guerra e la «pitbull col rossetto» si sono sempre salutati allo stesso modo. Niente strette di mano, niente baci sulla guancia, ma un abbraccio. Detta così, può sembrare un gesto caloroso. Ma a vedersi, sembra più un ballo da «festa delle medie ». Tanto che, sulle pagine del New York Times, lo scrittore Christopher Buckley lo ha descritto così: «Seguono la raccomandazione delle suore prima delle danze scolastiche: "Lasciate spazio per lo Spirito Santo"». Non che questa castità abbia confortato la moglie di McCain. Lo scorso venerdì mattina, dopo aver visto il marito abbracciare la sua cara vice, e averlo sentito lodare le sue eccezionali qualità, Cindy avrebbe chiesto un ritocco alla scaletta delle apparizioni del marito. Che, dal meeting della sera stessa, prevede: saluti alla moglie Cindy, bacio sulla guancia alla moglie Cindy, abbracci e complimenti per la cara vice. Certo è che molto Spirito Santo è passato dai tempi della candidatura di Walter Mondale e Geraldine Ferraro, nel 1984. I due candidati democratici, poi sconfitti da Reagan, neppure si sfiorarono per tutta la campagna elettorale. «Lo staff era terrorizzato dall’idea che la gente pensasse che flirtassimo», ha rivelato la Ferraro. «Noi americani siamo ossessionati dall’idea di toccarci – spiega al Corriere Ann Marie Sabath, fondatrice dell’agenzia di «buone maniere» At Ease ”. Ma grazie a Dio qualcosa sta cambiando. Ci stiamo un po’ globalizzando: e vedere due politici che si abbracciano (anche se non calorosamente: ma forse anche quello arriverà, col tempo) è un buon segno». Se lo è, non sembra diffondersi troppo in fretta. Basti vedere Barack Obama e Hillary Clinton. A partire dai dibattiti per le primarie, i due si sono salutati a pacche sulle spalle. Il massimo della cortesia obamiana è stato il reggerle la sedia durante un dibattito; il massimo dell’espansività hillariana è stato un sorriso mentre Obama le sussurrava qualcosa all’orecchio. Di baci, nemmeno a parlarne. Eppure tra i Clinton c’è chi alle effusioni si lascia andare, eccome. Perché, al di là delle ironie su un presidente noto anche per l’affaire-Lewinsky, è indubbio che Bill Clinton sia stato in grado di coinvolgere e travolgere con la sua fisicità. Ne sa qualcosa Al Gore, che negli 8 anni da vice subì abbracci e baci da parte dell’ingombrante (in ogni senso) capo. Chi riuscì a evitare effusioni fu, invece, l’ex leader cecoslovacco Alexander Dubcek, che mise un mazzo di fiori tra sé e il tentativo di baciarlo sulla bocca del sovietico Leonid Breznev. Il quale si rifece ampiamente nel 1979, quando baciò il leader della Germania orientale Erich Honecker e il presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter. Ma il bacio in bocca, che nella cultura sovietica esprimeva fratellanza, è un saluto off limits, quando si ha a che fare con donne in politica (e non solo il bacio: George W. Bush, due anni fa a San Pietroburgo, fuggì con la coda tra le gambe dopo aver fatto un massaggio al collo di Angela Merkel, che non se l’aspettava e non lo gradì). Insomma: chi volesse regole certe sul bon ton, farebbe meglio a cercarle tra i poeti. Lasciando ai politici il loro fisicamente corretto. Davide Casati