Tito Boeri, la Repubblica 10/9/2008, 10 settembre 2008
[...] Un banchiere che avrebbe bisogno di più onore è Cesare Geronzi. I giornali parlano meno di lui e, soprattutto, hanno amnesie sul suo passato
[...] Un banchiere che avrebbe bisogno di più onore è Cesare Geronzi. I giornali parlano meno di lui e, soprattutto, hanno amnesie sul suo passato. Bene ricordarlo. Geronzi ha subito una interdizione giudiziaria temporanea dall´attività bancaria a opera del Gip di Bologna in relazione all´inchiesta sul crac Parmalat; è indagato per il crac della Cirio, per il caso Parmalat-Ciappazzi e per la vicenda Eurolat, con un rinvio a giudizio con l´accusa di concorso in bancarotta e usura. Ha già subito una condanna in primo grado per concorso in bancarotta nel caso Italcase Bagaglino a un anno e otto mesi di reclusione ed è stato dichiarato temporaneamente inabile all´impresa commerciale e agli uffici direttivi. Oggi Geronzi concentra su di sé la gran parte dei poteri in Mediobanca, essendo anche presidente del patto di sindacato, del consiglio di sorveglianza e del comitato governance. Non pago di tanto potere, vuole fare ancora di più. Cerca in tutti i modi di gestire altre imprese e, soprattutto, di far gestire la propria banca dai rappresentanti di Generali, Rcs e Telecom, tutte "persone di qualità ed educate". Il significato ultimo dell´attacco alla struttura duale di Mediobanca che si sta consumando in questi giorni è proprio questo. Come De Coubertin, Geronzi probabilmente ritiene che "l´importante sia partecipare" più che vincere. Per questo si permette di sfiduciare i manager che hanno sulla carta le responsabilità operative e schiera la sua banca in alleanze tutte italiane. Consola notare che oggi, a differenza che in passato, Banca d´Italia si trova sulla sponda opposta [...] (Tito Boeri)