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 2008  settembre 09 Martedì calendario

Corriere della Sera, martedì 9 settembre MILANO – Che fosse il giorno del grande accorciamento della catena di controllo in casa Agnelli è stato chiaro fin dalle prime battute di borsa quando le due holding della famiglia, Ifi e Ifil, sono rimaste sospese dalle contrattazioni

Corriere della Sera, martedì 9 settembre MILANO – Che fosse il giorno del grande accorciamento della catena di controllo in casa Agnelli è stato chiaro fin dalle prime battute di borsa quando le due holding della famiglia, Ifi e Ifil, sono rimaste sospese dalle contrattazioni. Quattro ore di consigli di amministrazione delle due società, uno dopo l’altro, hanno confermato in serata le attese: Ifil, la cassaforte che ormai deteneva tutte le partecipazioni della galassia, il 30,45% di Fiat in primis ma anche quelle in Intesa Sanpaolo, Banca Leonardo, Sequana, Sgs, Alpitour e Cushman & Wakefield, sarà fusa per incorporazione nella controllante Ifi. Un’operazione che avvicinerà la Fiat alla famiglia. Non ci sarà, dunque, un’offerta pubblica di scambio. Ma verrà richiesta l’ammissione alla quotazione delle azioni ordinarie e di risparmio dell’Ifi per procedere ai concambi che per entrambe le due categorie di titoli sarà pari a un’azione Ifil per 0,265 nuove azioni Ifi. Nasce dunque una nuova Ifi che, conclusi tutti i passaggi che richiederanno almeno un quadrimestre, sarà controllata al 59,2% del capitale ordinario dall’accomandita Giovanni Agnelli & C.. La S.a.p.az. deterrà inoltre il 14% delle privilegiate post fusione. Anche se, in realtà, l’accomandita che riunisce circa novanta esponenti della famiglia torinese - si troverà alla fine, per effetto del passaggio, con il 45,2% del capitale votante (ordinarie e privilegiate) e un flottante leggermente sotto il 55%. Ben più alto dunque di quello dell’attuale Ifil (38,9%) e dell’Ifi (24,5%). Peraltro, nemmeno nell’Ifi attuale l’accomandita aveva il controllo delle straordinarie (dove bisogna avere il 67%) e, dunque, come hanno sottolineato dal quartier generale della holding, nulla cambia nei fatti. Per gli azionisti non ci sarà un diritto di recesso in quanto la quotazione delle nuove azioni era prevista dallo statuto. L’operazione era già nel-l’aria da almeno due settiman e. Ma, nonostante il workshop Ambrosetti di Cernobbio e gli impegni privati della famiglia Agnelli, nel weekend si è deciso di dedicare le ore domenicali per fare subito chiarezza con il mercato che la scorsa settimana aveva venduto Ifil e acquistato Ifi. D’altra parte, oltre alla convinzione di John Elkann e alle condizioni favorevoli che si erano venute a creare sul mercato con l’operazione di acquisto di 10 milioni di azioni privilegiate Ifi vendute in blocco da Amber, anche Gianluigi Gabetti, che in passato aveva sottolineato come non si trattasse certo di «un’operaziocioncella », considerava i tempi maturi. Nella nuova Ifi, John Elkann, presidente di entrambe le holding, manterrà la carica, mentre sulla poltrona di amministratore delegato salirà Carlo Sant’Albano, ora a.d. di Ifil. Oggi il mercato darà il proprio responso che secondo Torino dovrebbe essere positivo vista la natura di «accorciamento » e «semplificazione» dell’operazione varata. Dovrebbe infatti essere cancellato lo «sconto» rispetto al Nav che il mercato faceva pagare alle due holding a causa del «raddoppio». Inoltre, si aggiungerà un elemento di stabilizzazione non foss’altro per la fine di un rumor che ha suggestionato il mercato per lungo tempo. Il calendario prevede ora due board di fine mese per l’approvazione del progetto di fusione. Alla fine di novembre si terranno poi le assemblee dei soci per l’approvazione finale mentre la conclusione di tutto l’iter, chiaramente subordinato alla quotazione delle azioni, è attesa per l’inizio del 2009. Leonardo & Co. è stato advisor di Ifi, Goldman Sachs di Ifil. Il board dell’Ifil ha confermato la sospensione del programma di acquisto di azioni proprie. Massimo Sideri