varie, 7 settembre 2008
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ZARDARI Asif Ali
ZARDARI Asif Ali Nawabshah (Pakistan) 26 luglio 1955. Politico. Vedovo di Benazir Bhutto. Nel 2008 eletto presidente del Pakistan • «Che il vedovo di Benazir Bhutto (la leader del Partito Popolare assassinata a Rawalpindi il 27 dicembre 2007) sia un personaggio controverso è dire poco. Praticamente nessuno spezzò una lancia in suo favore alla fine degli anni Novanta, quando l’ex premier Nawaz Sharif ([...] suo alleato- avversario nell’era post Musharraf) lo mise in carcere con l’imputazione di aver abusato del potere della moglie, allora appena dimessa dalla carica di premier, collezionando mazzette e riuscendo in pochi anni a incrementare all’ennesimo i patrimoni di famiglia. Il suo soprannome più noto era ”Mister dieci per cento”. E soltanto l’immenso shock popolare per la morte di Benazir è riuscito in qualche modo a far dimenticare all’opinione pubblica l’ombra scura degli 11 anni di prigione del marito. [..]» (Lorenzo Cremonesi, ”Corriere della Sera” 7/9/2008). «A chi gli domandava, al tempo del suo matrimonio con Benazir Bhutto, come immaginava il proprio futuro, Asif Zardari rispondeva: ”In galera, o nella residenza della più alta carica dello Stato”. riuscito a fare tutte e due le cose. Nato a Karachi nel 1956 in una delle dinastie politiche della regione del Sindh, ha frequentato la London School of Economics diventando famoso in patria, però, più come playboy e giocatore di polo che come studioso. Le sue stravaganze giovanili, come la discoteca e il cinema privati fatti costruire nella magione di papà o i numerosi flirt con stelle e stelline dello schermo, hanno riempito per anni le pagine della cronaca rosa pachistana. Le sue nozze con Benazir Bhutto, incontrata di persona soltanto cinque giorni prima del matrimonio, sono state festeggiate nel Paese come fossero nozze reali. Anche se, a dire la verità, nessuno, né all’epoca né tantomeno più tardi, ha mai capito la strategia politica perseguita dalla mamma di Benazir, allora reggente del Pakistan People’s Party (Ppp), nel forgiare l’alleanza tra le due famiglie. Nessuno sembrava meno adatto di Asif Zardari, descritto perfino dai suoi amici come generoso, coraggioso ma insopportabilmente chiassoso e arrogante, a ricoprire il ruolo di principe consorte della futura regina del Ppp. E Zardari, forse per evitare di diventare il ”signor Bhutto”, si è in effetti impegnato per brillare di luce propria. A modo suo, però. Viene arrestato la prima volta nel 1990, durante il primo governo Bhutto, per ricatto ai danni dell’uomo di affari inglese di origine pachistana Murtaza Bukhari. Secondo le accuse, Bukhari era stato rapito, gli era stata legata una bomba comandata a distanza a una gamba ed era stato mandato in banca a ritirare dal suo conto corrente 12 milioni di rupie da consegnare ad Asif. L’accusa gli costa tre anni di galera. Nello stesso periodo gli vengono imputati, assieme a Benazir, circa diciannove capi di accusa per reati vari. Nel 1993, però, Benazir torna al potere e lo nomina ministro dell’Ambiente. Sono gli anni in cui Zardari guadagna il soprannome con cui è ancora noto in Pakistan: Signor ”Ten per Cent” dall’ammontare della tangente che pretendeva per ogni transazione che transitava nei suoi uffici o dal suo ministero. Nel 1996 viene accusato di essere il mandante dell’omicidio di suo cognato Murtaza, fratello di Benazir. Rilasciato, ma accusato di essere il mandante di un altro paio di omicidi, viene infine arrestato per un diluvio di denunce piovutegli addosso: per tangenti, corruzione, traffico di droga, riciclaggio, ricatto e malversazione. Accuse costruite dai suoi avversari politici, secondo Zardari. Che però non ha spiegazioni per le accuse di riciclaggio mossegli dal Congresso degli Stati Uniti, per la condanna per riciclaggio comminatagli in Svizzera assieme a Benazir, per la tangente del cinque per cento richiesta alla Dussault (e accertata dalle autorità francesi) sulla trattativa di velivoli per l’aviazione pachistana» (Fr.Ma., ”Il Messaggero” 7/9/2008).