(Salvador Dalì, La droga sono io, Castelvecchi 2007), 6 settembre 2008
Ogni giorno uccido con le mie stesse mani, a colpi di piede e a colpi di dandysmo, l’immagine del mio povero fratello
Ogni giorno uccido con le mie stesse mani, a colpi di piede e a colpi di dandysmo, l’immagine del mio povero fratello. Anche oggi, gli ho fatto portare fiori al cimitero. il mio dio oscuro, poiché siamo, lui e io, Polluce e Castore: io Polluce, il fratello immortale, e lui il fratello mortale. Lo uccido con regolarità, perché il divino Dalì non deve avere niente in comune con questo essere un tempo terrestre. (Salvador Dalì, La droga sono io, Castelvecchi 2007)