Aldo Giannuli, l’Unità 2/9/2008, pagina 1 e 9, 2 settembre 2008
l’Unità, martedì 2 settembre Negli anni Sessanta Canzonissima era la trasmissione televisiva più seguita
l’Unità, martedì 2 settembre Negli anni Sessanta Canzonissima era la trasmissione televisiva più seguita. Una gara di canzoni, abbinata alla superlotteria nazionale, in onda sabato in prima serata. Quindici milioni di ascoltatori. Ma non si era mai saputo che rientrasse nei piani di egemonia culturale del Pci. Nel 1964 i dirigenti della Rai - per consolidare la smisurata audience, quindici milioni di ascoltatori a puntata - studiarono un’innovazione: a gareggiare sarebbero state le canzoni napoletane contro quelle del resto del mondo. La chiamarono infatti «Napoli contro tutti» e ne affidarono la conduzione al popolarissimo comico Nino Taranto. Ogni volta una diversa città del mondo (Parigi, New York, Rio de Janeiro, Londra, Madrid, Berlino, Vienna, Mosca) schierava una sua canzone contro una canzone napoletana, poi, durante la settimana, i telespettatori votavano inviando delle cartoline abbinate alla lotteria. Passavano il turno le canzoni che ogni settimana ottenevano più voti e nella serata finale, il 6 gennaio, i voti delle cartoline venivano sommati (secondo un complicato sistema ponderale) a quelli della giuria in sala. Veniva così stabilita la classifica finale e proclamata la canzone vincitrice. Come si può immaginare, la vittoria di una canzone napoletana era data per scontata. Fra i cantanti stranieri c’erano star internazionali quali Neil Sedaka, Cateriva Valente e Norma Beguell. L’Unione sovietica, invece, era rappresentata da un giovane tenore totalmente sconosciuto in Italia, tale Anatoli Solovianenko, che cantava Serate a Mosca. Tutti erano certi della sua rapida eliminazione. Ma, nella sorpresa generale, sul russo (che in realtà era ucraino) cominciarono a piovere decine di migliaia di cartoline. Alla fine, si classificò terzo con 180.190 voti. Molto distante da O sole mio (che ebbe 780.104) ma ad un’incollatura da Non ho l’età di Gigliola Cinquetti (201.017 voti) e, soprattutto, davanti a tutti gli altri cantanti stranieri. Molti italiani over cinquanta se ne ricorderanno. Per qualche tempo i giornali e le tv parlarono della straordinaria performance dell’outsider sovietico. Ma nessuno giunse a ipotizzare che della questione si fossero interessati i servizi segreti. Ce lo rivela ora una ingiallita velina emersa dagli archivi dell’Ufficio Affari Riservati del Viminale del ministero dell’Interno. datata 12 dicembre 1964 (quando le votazioni dei telespettatori erano in corso) e su di essa spicca il timbro «data copia al Ministro». Si trattava, insomma, di un’informazione considerata di grande rilevanza. Eccola: «L’imprevista affermazione del cantante russo Solofanenko (sic) non è frutto del caso o del gradimento ottenuto dal cantante presso gli italiani, ma di una precisa manovra del Pci che ha ordinato alle sue sezioni di fare incetta di cartoline. I dirigenti comunisti, infatti, si riproporrebbero un grosso colpo propagandistico: data per scontata la vittoria di un cantante italiano, l’obbiettivo sarebbe quello di piazzare il sovietico al secondo posto, farlo arrivare primo fra gli stranieri, umiliare il cantante americano e dimostrare che fra gli italiani crescono le simpatie per il loro campo...». Il confidente quindi sottolineava come la gran parte dei voti a Solovianenko provenisse da Emilia e Toscana e concludeva avvertendo che, senza adeguate contromisure, il Partito comunista avrebbe certamente raggiunto il suo scopo. La formidabile macchina organizzativa del Pci! In effetti, alle elezioni politiche di un anno e mezzo prima i comunisti avevano ottenuto un milione di voti in più. E, poche settimane dopo, il loro appoggio era risultato determinante per l’elezione di Saragat al Quirinale. Ma che volessero vincere anche Canzonissima andava al di là dell’immaginazione. Avevano ben altro a cui pensare. Ad agosto era morto Togliatti e, a ottobre, era caduto Kruscev. Insomma, è assai dubbio che qualche dirigente dei Servizi possa davvero aver creduto a un progetto comunista per conquistare Canzonissima. Ed è molto improbabile che Savino Figurati, uomo intelligente e poliziotto di razza, all’epoca responsabile dello Uaarr, abbia preso sul serio quell’informativa. Ma, allora, come mai la inviò al Ministro? Il fatto è che proprio in quei mesi l’Ufficio Affari riservati aveva deciso di istituire una sezione (la quinta) incaricata di vigilare sulla «penetrazione comunista» negli ambienti della cultura, della scienza, dello spettacolo e dello sport. I cugini del servizio segreto militare (il Sifar) seguivano quello stesso tema da parecchio tempo. Si trattava di dimostrare al ministro che non si era da meno. Anche trasformando Canzonissima in un capitolo della Guerra Fredda. Aldo Giannuli