Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 3/9/2008, pagina 23., 3 settembre 2008
ROMA – Vladimir Luxuria, senta: c’è questa intervista che ha rilasciato al settimanale Tu, in cui lei
ROMA – Vladimir Luxuria, senta: c’è questa intervista che ha rilasciato al settimanale Tu, in cui lei... «Racconto di essermi prostituita ». Ecco, sì, appunto: è una roba forte. Lei è stata il primo deputato transgender, eletta con la benedizione di Fausto Bertinotti e... «Le sembra sconveniente che una comunista si sia prostituita? ». No, assolutamente. Può capitare. Ma a lei come capitò? «Accadde vent’anni fa. Mi ero appena laureata in Lingue e letteratura straniera a Roma. Dopo la laurea avevo dovuto lasciare la Casa dello studente, dove si mangiava e dormiva gratuitamente. Così presi in affitto un monolocale, al Pigneto. Sa quanto pagavo?». Gli studenti pagano sempre tanto, troppo. «Mezzo milione di lire. Più le bollette, più il problema non dico del pranzo, ma almeno della cena». Complicato. «E aggiunga che non potevo certo chiedere aiuto ai miei, che vivevano a Foggia. Mia madre casalinga, papà autotrasportatore, più un fratello e tre sorelle. Insomma, dovevo cavarmela da sola...». «Successe una sera. Casualmente. Stavo tornando a casa, camminavo sul marciapiede di via Casilina e...». Perdoni la domanda: all’epoca lei era già molto femminile? «Moltissimo. Capelli lunghi, rossetto, fard, gonna, tacchi...». Prosegua. Lei camminava e... «Si accostò una macchina. Un ragazzo, un bel ragazzo, tirò giù il finestrino e mi chiese d’un fiato: "Quanto prendi?". Io risposi d’istinto, quasi senza pensarci. Dissi: "Cinquantamila". Poi salii in macchina». Quando scese, cosa pensò? «Che non era stato tragico come temevo. Quel primo cliente non solo era molto carino, ma anche garbato... no, non mi sentii male». Era un lavoro. «Era un modo per fare soldi. andata avanti per qualche anno». Brutti ricordi? «Una notte fui rapinata. Il cliente mi appoggiò la canna della pistola alla tempia». Altro? «Cosa vuol sapere? Io ho sempre fatto sesso protetto, usando il profilattico, voglio dire. E periodicamente mi sottoponevo a esami completi del sangue». Quando ha smesso? «Quando divenni direttore artistico di "Muccassassina", la festa organizzata dal circolo gay Mario Mieli». Poi ha fatto ingresso in Transatlantico. «Il primo giorno ero chicchissima. Ebbi subito un mucchio di corteggiatori». I suoi colleghi deputati... «Ed erano anche espliciti». Esempio. «In aula, magari nel corso di una votazione importante, c’è chi è stato capace di chiamarmi sul telefono interno, quello che i deputati hanno sotto lo scranno». Ma no? «Ma sì. Mi dicevano: "Dai, perché non vieni a cena a casa mia, stasera?"». E lei? «Declinavo. Non sono tipo da una botta e via...». Lei ha sempre detto che, alla Camera, ci sono molti deputati gay. «Oh, certo... alcuni mi hanno detto quasi in lacrime: "Beata te che puoi vestirti così"». Di che partito erano? «Non glielo dico. Ma certo sono patetici quelli che prima fanno tanto i virili, i duri, e poi, sotto sotto...». Fabrizio Roncone