varie, 3 settembre 2008
FARE 29
Agosto 2008
Accoltella la moglie
che vuole lasciarlo
Ha massacrato la moglie a coltellate colpendola al petto, alla schiena, alle braccia, all’addome e l’ha lasciata, più morta che viva, accasciata nel sangue, in mezzo ad una strada di Settimo. Poi Tommaso Zora, 56 anni, integerrimo impiegato dell’Ufficio Gestione Stipendi della Pubblica Istruzione del ministero del Tesoro, è andato costituirsi dai carabinieri di Chivasso: «Non ce la facevo più ad essere trattato male da mia moglie». Adesso è in carcere con l’accusa di tentato omicidio.
Lei, Giuseppa Mannino, 51 anni, collega di lavoro del marito, sta lottando contro la morte all’ospedale di Chivasso. Ieri sera, il primario di chirurgia, il dottor Carlo Ferraris l’ha sottoposta ad un lungo intervento. Uno dei fendenti vibrati dall’uomo avrebbe spinto la lama del coltello quasi fino al cuore, procurandole delle gravi lesioni interne. Solo nelle prossime ore si saprà se la donna si salverà. L’aggressione di ieri pomeriggio è solo l’epilogo drammatico di una serie di violenze e maltrattamenti in famiglia iniziati qualche anno fa, quando la Mannino confessa all’uomo di volersi separare. Per Zora è inaccettabile. Anche perché la coppia ha tre figli di 28, 22 e 14 anni che patiscono quella tensione tra i due genitori. La situazione peggiora dal dicembre del 2006. Per un certo periodo di tempo Giuseppa Mannino preferisce andare a stare dalla sorella, a Lauriano Po. Ha paura di quell’uomo e va anche in caserma, ne parla ai carabinieri che raccolgono le denunce e corrono quando nella casa di frazione Mezzi Po scoppiano feroci litigate tra i due. Si ricordano anche di Zora quando è andato in caserma per le pratiche necessarie ad ottenere il porto d’armi. Richiesta negata. E così, ieri, verso le 18, quell’uomo che non accetta di perdere la moglie, è andato completamente fuori di testa.
L’ha raccontato lui stesso agli investigatori: «Stavano tornando a casa dal lavoro, quando in macchina abbiamo avuto l’ennesima discussione». La Ford sulla quale viaggia la coppia arriva in via Verdi, a Settimo, e frena bruscamente. Alcuni passanti si girano, insospettiti. Poi assistono ad una scena che gela il sangue. La Mannino vuole scendere dalla macchina, il marito la segue, ma è armato con un coltello dalla lama lunga 30 centimetri. La donna urla e lui inizia a colpirla con una ferocia inaudita. Una, due, tre, quattro coltellate. La gente, terrorizzata, chiama il 112. L’impiegato statale placa la sua rabbia quando vede la moglie a terra, in una pozza di sangue. Intanto tutte le gazzelle della Compagnia di Chivasso, coordinate dal capitano Dario Ferrara, convergono verso Settimo e si gettano alla caccia della Fiesta. Una gazzella raggiunge anche via Verdi, dove sono arrivati i medici e gli infermieri del 118 che stanno soccorrendo la 51enne. Lei è ancora cosciente.
Trova la forza di dire: «E’ stato mio marito, mi voleva ammazzare». Qualche minuto più tardi suona il campanello del comando compagnia di Chivasso un uomo. E’ Tommaso Zora, è sconvolto, con gli abiti sporchi di sangue, ha deciso di costituirsi. I militari troveranno poi il coltello sul sedile della Fiesta. Vita rovinata. Davanti al capitano l’impiegato è confuso, dice: «Mi stava mettendo contro i figli e io questo non lo potevo accettare».